(di Massimiliano D’Elia) Rifinanziamento di misure già in vigore tipo gli ammortizzatori sociali, riservati ai settori più in crisi, bonus 100 euro, decontribuzione al Sud e il rilancio di Impresa 4.0. Queste le misure principali contenute nella NaDef (nota di aggiornamento al Def).
In sostanza si continua sulla stessa strada in attesa del fondi europei del Recovery Plan che non arriveranno prima della seconda metà del 2021 se tutto va bene.
Il Sole 24 Ore riporta i dati del nostro debito pubblico che nel 2020 chiuderà 194 miliardi al di sopra dei livelli del 2019. Importante è stato il disavanzo dovuto alla mancanza di entrate tributarie pari a circa 48 miliardi di euro.
Un balzo in avanti per l’economia italiana pari a un progressivo 4,8 % annuo dovrebbe aversi nel corso del prossimo triennio grazie ad un aumento degli investimenti da parte del privato pari al 27%. Queste le stime più rosee, in assenza del virus.
A fronte dei dati macroeconomici che preludono ad una ripresa graduale della nostra economia esiste, però, la spada di Damocle del CoViD-19 che potrebbe comportare nuovi periodi medio lunghi di lockdown.
Nonostante il governo si sia affrettato, tramite Dpcm, a varare le prime misure “blande” di contrasto alla recrudescenza del virus i primi lockdown che si registrano in Francia e Spagna non fanno presagire a nulla di buono. Nel caso ci dovesse essere un altro lockdown a zone, ovvero totale per grandi aree del Paese, ciò si rifletterebbe molto negativamente anche sui dati macroeconomici già di per sé drammatici.
Con un Pil al -10,5% quest’anno, con un latro lockdown si dovrebbe rimandare di almeno un altro anno l’auspicata ripresa che potrebbe riverberare i primi effetti solo a partire dal 2023, Fondi del Next Generation Plan, permettendo.
La speranza è che nella prossima primavera si possa già disporre di un vaccino per iniziare a contrastare il virus. Una bella sfida per tutti i governi mondiali che in attesa del fantomatico vaccino (ce ne sarebbero almeno 9 nel mondo già in una fase avanzata di studio) devono contrastare da una parte il contagio sempre più impetuoso di un virus “subdolo” e dall’altra contenere i danni per le proprie economie senza trascurare il pericolo dei disordini sociali quando le misure assistenziali termineranno per un probabile stallo nei bilanci statali dovuto alla perpetua mancata entrata delle tasse provenienti dall’imprenditoria.