Per una pace credibile il compromesso potrà davvero fare la differenza, innescando però scenari imprevedibili perchè viene così segnato il fallimento dell’Occidente di fronte alla dittatura russa.
di Antonio Adriano Giancane
Nonostante gli sforzi ucraini la Russia sul terreno non demorde, anzi continua a conquistare importanti fette di territorio nel Donbass. Se gli aiuti e le munizioni occidentali tarderanno ad arrivare il destino di Kyiv appare, inesorabilmente segnato. Ciò, nonostante i 5 miliardi promessi dall’Europa al G7 l’altro ieri e i circa 12 miliardi che starebbero per essere licenziati dal Congresso Usa. Il NYT ha rivelato ieri che gli Stati Uniti, oltre agli ingenti finanziamenti, fornirebbero anche supporto operativo sul campo. Sarebbero 12 le basi segrete della CIA, schierate al confine con la Russia, con funzione di addestramento ai militari ucraini facenti parte dell’Unità 2245. Un team militare incaricato di recuperare residuati bellici russi (droni, pezzi di missili, elettronica di armamenti, etc.) per studiarne la tecnologia e i sistemi di cifratura crittografati.
La verità che emerge dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori è che l’industria bellica occidentale non sia pronta, ovvero organizzata, a produrre per tempo le munizioni necessarie per continuare la guerra, mentre i Paesi che sostengono l’Ucraina non vogliono concedere altre munizioni provenienti dai propri arsenali, già di per se insufficienti per affrontare un conflitto persistente e ad elevata intensità come quello russo-ucraino.
Mancano anche gli uomini da mandare al fronte: è stata persa un’intera generazione per via delle perdite subite. Ecco perchè ieri si è avuto qualche accenno ucraino a voler intavolare un credibile piano di pace. Probabilmente perchè con le prossime elezioni americane ed europee all’orizzonte nulla è più scontato. Certo è che l’Ucraina dovrà purtroppo cedere pezzi di territorio ed abbandonare l’idea iniziale di riconquistarli interamente. Il compromesso potrà davvero fare la differenza, innescando però scenari imprevedibili perchè viene così segnato anche il fallimento dell’Occidente di fronte alla dittatura russa.
La notizia è di ieri sera, l’Ucraina e i suoi partner esteri potrebbero invitare la Russia a un futuro summit per la pace per discutere della fine dell’invasione di Mosca iniziata due anni fa, secondo quanto dichiarato da un alto funzionario ucraino.
La Svizzera, di fatto, ospiterà in primavera il Global Peace Summit per discutere su un disegno di pace proposto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che potrebbe essere presentato alla Russia durante un secondo incontro in una data successiva, ha detto Andriy Yermak, capo dello staff di Zelensky.
“Potrebbe verificarsi una situazione in cui insieme invitiamo i rappresentanti della Federazione Russa a porre fine a questa guerra e tornare a una pace giusta”, ha detto durante una conferenza televisiva a Kyiv.
Zelensky aveva annunciato per la prima volta il suo progetto di pace durante il G20 dello scorso novembre che prevedeva il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina e il totale ritiro delle truppe russe. Kyiv prometteva, in quell’occasione, che non si sarebbe seduta ad un tavolo con Mosca finché tutte le truppe russe non avessero lasciato il territorio ucraino.
Il Cremlino aveva, pertanto, affermato che non esisteva una base per colloqui di pace tra Russia e Ucraina e che il piano di pace di Kyiv, così come strutturato, era irricevibile.
Ora la situazione sul campo è profondamente cambiata.
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