Nuove regole per il Patto di Stabilità in Europa, questa è l’ambiziosa sfida per l’Unione, alle prese con le difficoltà dei propri Membri che hanno aumentato il proprio debito pubblico, non osservando il limite del 3 per cento (deficit/Pil), al momento sospeso per via della pandemia.
Cos’è il Patto di Stabilità?
Si tratta di un accordo stipulato dagli Stati membri dell’Unione europea nel 1997, per governare le proprie politiche di bilancio pubbliche secondo due princìpi cardine: il bilancio di ciascun Paese non deve superare il limite del 3% nel rapporto deficit/Pil e del 60% nel rapporto debito/Pil. Nel tempo le prescrizioni sono aumentate e il Patto si è trasformato in Fiscal Compact, con un ramo preventivo che stabilisce obiettivi specifici per ciascun Paese, e uno correttivo che avvia le procedure in caso di mancato rispetto degli standard stabiliti. I princìpi fondamentali, tuttavia, sono rimasti invariati.
Nuovo corso in Ue
Di fronte ad una scelta obbligata, anche i Paesi più rigoristi iniziano ad ammorbidire la propria posizione. L’Olanda ha aperto a nuovi scenari spinta della Francia che propone un nuovo Patto di Stabilità che favorisca la crescita. La prima discussione all’Eurogruppo sulla revisione delle regole di bilancio europee è stata positiva. Ad affermato, scrive La Press, è il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, che si dice ottimista “sul fatto che questa nuova storia possa essere scritta”. “Penso che ci sia la consapevolezza del fatto che non siamo in un nuovo capitolo della vecchia storia dove ognuno sottolinea solo la propria posizione ma con uno sforzo sincero per trovare un terreno comune“, ha rimarcato Gentiloni.
Per ora siamo, però, solo ad intenti tra i tra i ministri dell’Economia e delle finanze della zona euro, perché la vera discussione inizierà la prossima primavera quando la Commissione presenterà la sua proposta per il nuovo Patto di Stabilità.
Apertura al dialogo è stata ribadita anche dal presidente dell’Eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohoe: “Abbiamo avuto un buon tono in questa discussione e i colleghi sono intervenuti consapevoli dell’importanza di questa discussione. Erano consapevoli della necessità di trovare un accordo in quest’area nel 2022″.
Alla riunione dell’Eurogruppo hanno fatto il loro esordio ben quattro nuovi ministri: quello tedesco, Christian Lindner, l’olandese Sigrid Kaag, l’austriaco Magnus Brunner e la lussemburghese Yuriko Backes.
L’olandese Kaag ha già mostrato una linea più morbida rispetto alle posizioni rigoriste del precedente governo Rutte, spaccando di fatto il fronte rigorista.: “Un approccio pluralistico è molto salutare. Non ho mai avuto il privilegio di incontrare le controparti del cosiddetto gruppo di frugali. Frugale è un bel titolo. La frugalità è sempre un vantaggio. Tuttavia, sono ansiosa di incontrare tutti e stabilirò la mia posizione in base a dove risiedono gli interessi“, ha detto prima di entrare alla riunione, evidenziando il tentativo di cercare “un terreno comune che sia sensato, a prova di futuro e ovviamente molto equo per i cittadini europei“.
L’Austria, invece, mantiene la posizione, guidando così il gruppo dei frugali, definiti dal neoministro Magnus Brunner “responsabili”: “responsabilità significa che dobbiamo tornare alle regole più rigorose del Patto di stabilità e crescita. Questo è il punto fondamentale, indipendentemente da chi sia il leader o meno”.
Mentre la Francia, come detto, guida il gruppo degli ambiziosi, con il ministro Bruno Le Maire che ha ribadito la necessità di favorire gli investimenti e la crescita e definito le regole del debito “obsolete”: “bisogna partire dalla necessità di un nuovo Patto, ma soprattutto occorre definire che “la crescita viene molto prima della stabilità, una crescita che sia durevole e giusta“.