Lunedì nero per Draghi tra Ricciardi-Speranza e le tensioni dei partiti di maggioranza

Il consigliere del ministro della Salute, Walter Ricciardi, ha subito dato la prima grana al nuovo governo targato Draghi: “E’ urgente cambiare subito la strategia di contrasto al SarsCov2: e’ necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attivita’ essenziali, ma di durata limitata. Ne parlero’ col ministro Speranza questa settimana”.

Nella serata il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che vieta lo svolgimento delle attivita’ sciistiche amatoriali fino al 5 marzo, gettando la scintilla sulla benzina. La Lega ha alzato le barricate chiedendo al ministero della Salute “un cambio di squadra a livello tecnico, andando anche oltre Speranza“. “Non si puo’ – dicono i capigruppo leghisti, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari – continuare con il ‘metodo Conte’, annuncio la domenica e chiusura il lunedi’, ad opera del trio Ricciardi-Arcuri-Speranza. Serve un cambio di passo e rispetto per la gente di montagna e per chi lavora, oltre a rimborsi veri e immediati“.

Ad insorgere anche gli addetti ai lavori della montagna che parlano di “stagione ormai saltata nonostante quanto investito per l’apertura“. “Chiediamo subito i ristori”.

Il Cts ha spiegato che alla luce delle “mutate condizioni epidemiologiche” dovute “alla diffusa circolazione delle varianti virali” del virus, “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni” per la riapertura.

Il segretario della Lega, Matteo Salvini al vetriolo contro Ricciardi: “Prima di terrorizzare gli italiani, fai il favore di parlarne con il presidente del Consiglio”.

Sui ristori si sono espressi i ministri leghisti Giorgetti e Garavaglia: “Non e’ detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di piu'”.

L’ALTRA PARTITA DI DRAGHI

Un lunedì nero per Draghi con la constatazione che i partiti della sua maggioranza sono tutt’altro che sereni, sia per gli equilibri interni sia per le decisioni che si dovranno prendere per combattere un virus che non accenna a mollare la presa, anzi ha deciso di mutare velocemente rendendo ancora più difficile il lavoro a scienziati e medici sul campo.

Draghi cercherà di riequilibrare la presenza dei partiti con la scelta di viceministri e sottosegretari. I ministri già nominati sono 23 + 1 sottosegretario alla PCM, Roberto Garofoli, lasciando libere di assegnare ben 36 poltrone.  

Questa volta l’ex governatore della Bce lascerà la scelta ai singoli partiti, le nomine avverranno durante il prossimo fine settimana, prima occorre superare un piccolo scoglio, la fiducia nelle due Aule del Parlamento. Problemi sui numeri non ci sono anche se ieri è verificata l’ennesima scissione a sinistra con “Sinistra Italiana” che si è schierata per il “no”, anche se due dei tre parlamentari non faranno come Nicola Fratoianni e, andando contro la decisione dell’assemblea, daranno la fiducia all’esecutivo Draghi. Sul versante M5S si registrano ancora tensioni interne che porteranno almeno 30 parlamentari a votare contro il nuovo governo.

Nel frattempo Nicola Zingaretti prova a calmare i suoi sulla questione di genere, promettendo che vice e sottosegretari dem saranno tutti al femminile.

Sarà poi importante vedere, scrive il Messaggero, cosa farà Draghi di tre deleghe che nel precedente esecutivo erano assegnate a tre ministri: Riforme, Sport e Affari europei. Sull’ultima è molto probabile che sarà lo stesso Draghi a dire la sua trattandosi di un sottosegretario che avrà il compito di trattare tenere i rapporti con le istituzioni comunitarie, ma anche l’Editoria è possibile che vada ad un tecnico.  

TOTO SOTTOSEGRETARI

Con un ministro tecnico al Mef, Laura Castelli e Antonio Misiani potrebbero essere riconfermati. La Lega pensa di riportare al Viminale Nicola Molteni, mentre il reggente Vito Crimi potrebbe andare a “controllare” Marta Cartabia alla Giustizia. Ai grillini interessa mettere un piede con Giancarlo Cancelleri e Stefano Buffagni nei ministeri che gestiranno il Recovery Plan, ovvero Infrastrutture e Transizione Ecologica. Probabile anche l’ingresso del super-europeista Benedetto Della Vedova, mentre Iv punta sulla Giustizia.

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