(di Massimiliano D’Elia) #Salvini “non sa bene cosa fare, è pieno di dubbi”, confessa chi riesce a parlarci.
Tante sono le voce che girano in parlamento tra i leghisti. C’è il fronte che vuole una rottura subito e uno più attendista. Certo è che entro giugno si dovrà decidere. E’ il confine oltre il quale non si può più andare, se si vogliono le elezioni a fine settembre, prima dei lavori della legge di bilancio.
La svolta
Nel pomeriggio di ieri Di Maio ha telefonato a Salvini, poi è subito salito al #Quirinale per rassicurare il presidente della Repubblica, Sergio #Mattarella.
Pace fatta, in molti parlano di tregua armata. Si al codice appalti nella versione rivisitata dalla Lega. A questo punto Salvini non può che accettare la pace. Anche perchè come un mantra, dai palchi dei comizi, ripete da giorni che di fronte ai Si, il governo durerà 4 anni. E’ stato preso in castagna. Perchè se d’ora in avanti avrà tanti Si non potrà tornare indietro.
Salvini sa anche che continuare vuol dire mettere a rischio i voti capitalizzati alle europee. Sono voti freschi, vivi e che hanno dato un mandato chiaro al leader del Carroccio.
La Lega, quindi, deve chiarirsi le idee in casa subito ed osare. Perchè, come afferma il numero due Giorgetti, i veri problemi – “il vero Vietnam”, parafrasando il viaggio del premier Conte in Vietnam – arriveranno con la legge di Bilancio.
Il M5S per ora non ha nulla da perdere assecondando la Lega, anzi si costruisce una nuova immagine, quella di garantire stabilità per il bene degli italiani. Magari a lungo andare si recuperano anche consensi sperando in altri guai giudiziari dei leghisti.
I 5S e la tecnica del guinzaglio ad elastico
Il M5S potrebbe aver pensato di attuare la tecnica dell’elastico, un guinzaglio non stretto che si allunga, ma ben legato all’alleato. I due schieramenti di maggioranza temono le urne perchè non hanno altri alleati per poter raggiungere una maggioranza.
La Lega è titubante su Forza Italia (probabilmente per via dei suoi eterni colonnelli ancora in attività) e sui livelli percentuali di Fratelli d’Italia che cresce ma non sfonda.
Dall’altra parte il M5S non saprebbe con chi andare. Anche se una fronda interna di sinistra abbraccerebbe molto volentieri il PD. Un abbraccio che sarebbe, però, letale per il Movimento. Alleanza con il PD, proprio quel PD di Renzi e Gentiloni che hanno tanto combattuto in Aula non verrebbe compresa e digerita dagli elettori. Per ora quindi si rimane nel guado, navigando a vista. Se il Governo supererà giugno ci saranno sufficienti possibilità che durerà almeno fino al varo della legge di bilancio. Una finanziaria, definita da Conte “complessa”, che sarà lacrime e sangue: dovrà partire da almeno 35 miliardi di euro.