(di Francesco Matera) Un Paese in piena emergenza sanitaria con un piano vaccinale che va lento come una lumaca, ieri sera 109mila vaccinati dopo una settimana, in Israele viaggiano a 150mila vaccini al giorno. Di fronte ad una tale dimostrazione di inefficienza l’assessore alla Sanità della Lombardia, forse in un momento di black-out sensoriale, ha detto che i ritardi della Regione sono dovuti al fatto che medici ed infermieri sono in ferie. Come per dire, c’è una guerra ci stanno bombardando ma dobbiamo soccombere perchè i soldati sono in ferie.
A rendere ancora più surreale la situazione una crisi di governo in piena pandemia, anzi no, forse. Matteo Renzi, in crisi identitaria, ha lanciato le picconate di fine anno al governo Conte 2. Perchè? Matteo Renzi non sopporta rimanere all’angolo della scena e vuole puntellare i suoi in incarichi di governo per decidere sulle scelte da fare per il futuro del Paese, sedere nella cabina di regia del Recovery Plan nazionale. Poi c’è la questione della delega dei servizi segreti, Renzi non sopporta l’idea che Giuseppe Conte, l’uomo venuto dal nulla possa avere così tanto potere e magari utilizzarlo per le sue mire politiche.
Marzo 2023, il termine della legislatura naturale del governo sembra lontano ma è dietro l’angolo e Renzi vuole da ora costruire qualcosa di più solido, visto che Iv non ha attecchito come avrebbe voluto, sondaggi alla mano non si arriva neanche al 4 per cento. I retroscena raccontano delle ambizioni del senatore di Rignano: diventare il prossimo Segretario Generale della Nato anche se Renzi non lo ha mai detto. E’ troppo presto uscire dalla scena politica italiana e un incarico internazionale suonerebbe come esilio, d’orato si, ma sempre di esilio si tratterebbe.
Allora cosa vuole Renzi. Forse teme che la lista Conte, già più volte nominata dai media, possa sostituire e superare le ambizioni di Italia Viva? Costituire quel centro politico in grado di catalizzare politici e voti dei delusi, degli scontentati.
Tornando alle picconate di fine anno, sembrava che tutto dovesse degenerare proprio sotto i giorni della befana in occasione del prossimo consiglio dei ministri, dove sarà presentata la prima bozza del Recovery Plan italiano. In quella sede le due ministre di Iv hanno già minacciato di chiedere le dimissioni.
Oggi sembra, invece, che tutto stia rientrando con una soluzione indolore ed interlocutoria. Ieri è stata la giornata delle frenate e dei pontieri.
Il Corriere della Sera racconta che chi ha visto Giuseppe Conte nei vertici di Palazzo Chigi lo ha trovato tranquillissimo, determinato a spendere anche l’ultimo secondo utile per ricucire la sbrindellata tela dei rapporti con Matteo Renzi. Raccontano che il premier voglia andare a vedere le carte dell’alleato-avversario, perché sente di avere dalla sua parte non solo il Pd e Leu, ma anche il M5S.
I 5 Stelle, svela un retroscena Corsera, non reggerebbero un governo senza Conte, confermano i dem. E il Pd, spiega un ministro, non farebbe un governo con Salvini e Meloni neppure se a guidarlo fosse Draghi.
Il premier non avrebbe scelta, chiamare Renzi per un confronto, da soli o al tavolo dei leader, e cercare un accordo che salvi il governo giallorosso. Solo così si potrà conoscere la verità sulle picconate di Renzi. Se invece il vero obiettivo di Renzi è un governo senza Conte, il premier non è intenzionato a farsi da parte ed avrebbe con con se il Pd, il M5S e Leu ed eventuali responsabili.
La via maestra potrebbe essere un Conte ter con un rimpasto di livello, con Renzi alla Farnesina (ciò aprirebbe la strada alla proposta italiana al vertice politico della Nato) e Di Maio all’Interno.
Se non ci sarà un incontro a due tra Renzi e Conte prima del Cdm, la verità uscirà fuori proprio nel prossimo alto Consiglio quando le due ministre di Iv potrebbero dimettersi, aprendo formalmente la crisi di governo.
Nel frattempo la capogruppo Maria Elena Boschi al Tg4 ieri ha frenato, dicendo che Iv «non vuole la crisi di governo» e che la soluzione è nelle mani di Conte. Il rimpasto, appunto, con Ettore Rosato e la stessa Boschi già con un posto da ministro in tasca.