(di Andrea Pinto) Così Zelensky da remoto è intervenuto alla conferenza sulla sicurezza a Monaco: “Siamo tutti Davide contro Golia. Davide è l’intero mondo libero. La libertà è un valore in tutte le parti del mondo. E non c’è alternativa alla sconfitta di Golia e alla nostra vittoria. Essere Davide significa combattere, l’Ucraina è un Davide che non ha ancora la fionda, ma solo temporaneamente non la ha. Grazie a tutti per il vostro supporto. Golia ha iniziato a barcollare, e alla fine cadrà“. Appare un ultimo appello disperato del leader ucraino prima che inizi la controffensiva di primavera russa che potrebbe avere inizio a ridosso del discorso di Putin alla Duma, annunciato per il 21 febbraio prossimo.
Joe Biden lo stesso giorno parlerà dal castello di Varsavia, mentre Xi Jinping il 24 febbraio terrà “un discorso di pace“, in occasione dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina.
Macron ha detto che “non è il momento del dialogo con la Russia“. “Siamo disposti a sforzarci, ma siamo anche pronti a una guerra più lunga”, ha enfatizzato il presidente francese, dicendo di non credere alla caduta di Putin. Mentre Olaf Scholz ha sollecitato la consegna dei Leopard da parte dei Paesi che li hanno annunciati a Kiev e che ora sembrano tentennare.
Il premier inglese Sunak ha parlato addirittura di cambiare il Trattato della Nato per offrire garanzie a Kiev. Secondo una nota diffusa da Downing Street, la Gran Bretagna propone un cambiamento del Trattato Atlantico della Nato per proteggere l’Ucraina da una futura aggressione russa, garantendo a Kiev un sostegno a lungo termine.
Macron spinge per l’Autonomia strategica europea
Nel discorso di apertura di Monaco, Macron ha detto che i leader europei dovrebbero andare prossimamente a Parigi per pensare seriamente ad una difesa aerea comune contro la Russia, che, di contro, si sente libera di costruire missili nucleari a medio raggio e minacciare l’Europa.
“Spero che con i nostri amici tedeschi, italiani, britannici e tutti coloro che desiderano unirsi in Europa, possano lanciare a Parigi una conferenza sulla difesa aerea dell’Europa“, ha detto Macron. “Riguarda la sicurezza dell’Europa. Dobbiamo pensarlo, dobbiamo produrlo, dobbiamo negoziarlo, dobbiamo assicurarlo, con i nostri alleati Nato, ma anche come europei”.
L’appello di Macron segue il progetto mai partito di un piano di difesa eurocentrico, noto come “autonomia strategica“, che integrerebbe l’alleanza transatlantica della NATO che, ad oggi fa affidamento solo sul supporto degli Stati Uniti.
Chi guiderebbe o gestirebbe il progetto non sembra chiaro. In autunno, 12 paesi europei avevano approvato l’idea rilanciata da Scholz prima di una riunione a margine della NATO. Alla fine, quattordici alleati della NATO hanno aderito.
Emmanuel Macron intende proporre in una conferenza a Parigi il concetto di “autonomia strategica europea“: permettere ai 27 di prendere le proprie decisioni, senza dover dipendere dagli alleati. Agli occhi del capo di stato francese, questo implica lo sviluppo delle capacità sia industriali che di schieramento. Ciò richiederebbe un aumento dei fondi europei dedicati alle spese militari, insieme a un miglioramento del coordinamento tra i 27.
Il Pilastro europeo all’interno della Nato secondo il generale Pasquale Preziosa
Il generale Pasquale Preziosa, già capo dell’Aeronautica militare, nel suo libro “La Difesa dell’Europa“, nel 2019 già parlava di una nuova esigenza strategica per l’Europa di fronte alle sfide future. Come se in un certo senso avesse previsto la storia dei nostri giorni. Preziosa nel suo libro, scritto insieme con il prof. Dario Velo, sostiene che la creazione di un pilastro europeo all’interno della Nato servirebbe a identificare meglio l’UE, ma anche a sgravare gli americani da un impegno che ormai considerano pesante.
“Da quando è caduto il muro di Berlino, gli Usa ci chiedono: perché non pagate per la difesa? Non potete sempre ricorrere alle nostre risorse, tagliando le vostre“, enfatizza il generale. Siamo arrivati al punto che un presidente americano ci ha imposto l’impegno nel bilancio di ciascuno stato del 2% del prodotto interno lordo (Pil). Qualche Nazione l’ha fatto, altri invece, compreso il nostro Paese, non lo raggiungeranno mai anche se il dibattito si è riaperto dopo la guerra russo-ucraina. Quindi, quando non si riesce ad avere forze sufficienti per portare avanti il discorso difesa a livello nazionale, l’alleanza diventa importante. Ecco perché un esercito dell’Europa unito che svolge le sue funzioni all’interno della Nato può diventare una risposta saggia alle esigenze del momento storico che stiamo attraversando. L’Unione europea, per diventare una potenza autonoma ha bisogno di 4 pilastri: economia, relazioni diplomatiche, intelligence e Difesa. Se non c’è difesa, manca uno degli elementi fondanti della sovranità.
Ma quanti soldati occorrono per mettere al riparo l’Europa? Preziosa è pragmatico: tutti sono gelosi delle loro forze armate, perché esprimono sovranità. Gli eserciti per poter svolgere al meglio le loro funzioni devono avere un numero di uomini congruo per il ruolo che svolgono. “La legge italiana, per esempio, sostiene che entro il 2024 (vi è stata una proroga al riguardo) le nostre truppe devono essere ridotte sino a 150 mila unità. Pensiamo veramente che 150 mila uomini possano rappresentare un nucleo duro contro le minacce che possono essere espresse da altri contendenti? Assolutamente no. E questo vale per tutte le nazioni europee, compresa l’Inghilterra della Brexit, e la Germania, che ha nella Costituzione post secondo conflitto mondiale una norma che le impedisce materialmente qualsiasi azione al di fuori del suo territorio”, commenta Preziosa.
L’industria della Difesa. Altro punto dolente, l’industria della Difesa: in Europa ci sono 134 piattaforme militari per fare le stesse cose che gli Stati Uniti fanno con 34. “Questo vuol dire che nell’UE alcuni paesi replicano tecnologie già esistenti: diseconomie che indeboliscono l’industria militare Europea, perché se non si agisce in squadra non si va da nessuna parte: oggi nessuno Stato può finanziare da solo una buona difesa; l’Europa ha molti debiti economici, quindi, solo l’economia di scala può permetterci di avere equipaggiamenti che abbiano un costo giusto con la più alta tecnologia possibile, ecco perché dobbiamo metterci assieme”.
Il dispiegamento russo continua a ridosso dei confini ucraini
L’allarme di Kiev: Diecimila soldati sono concentrati nel territorio russo al confine di Sumy, nell’Ucraina nord orientale, ha detto al Times il tenente delle forze armate ucraine Andrii Gulakov. che cita a sua volta soldati ucraini di guardia nella regione. “Dall’altra parte del confine con Sumy, sono concentrati 10.000 soldati russi. Questa è la più grande concentrazione che ci sia mai stata qui”, ha detto il militare, aggiungendo che i russi hanno costruito un ospedale da campo nella loro sede, e questo indica che stanno pianificando azioni offensive.
D’altra parte, l’ufficio stampa delle forze navali ucraine, citato da Unian, ha informato che la Marina russa ha aumentato da sette a undici il numero di navi da guerra schierate nel Mar Nero, tre delle quali trasportano missili da crociera Kalibr, la cui salva totale è di circa 24 missili. Un’altra nave da combattimento della Federazione si trova nel Mar d’Azov, e dieci sono nel Mediterraneo, cinque delle quali sono portaerei
Calibre, la cui salva totale è di 72 missili.
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