Ieri un fulmine a ciel sereno. Il presidente francese Emmanuel Macron ha usato parole molto dure sulla Nato: “è in stato di morte cerebrale“. Le critiche rivolte alla Nato dal presidente francese Emmanuel Macron sono “una bordata non necessaria”. È quanto dichiarato dal cancelliere Angela Merkel durante la conferenza stampa con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha incontrato a Berlino nella giornata di ieri, 7 novembre. In particolare, come riferito dal quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung, Merkel ha affermato: “Penso che una tale bordata non sia necessaria, anche se dobbiamo giungere a compromessi”. Macron, ha proseguito il cancelliere tedesco, ha utilizzato “parole drastiche, non è così che vedo la cooperazione nella Nato”. Secondo Merkel, “il partenariato transatlantico è essenziale per noi”. In numerosi settori, ha evidenziato Merkel, “l’Alleanza atlantica lavora bene”. La posizione del cancelliere Merkel è stata condivisa da Stoltenberg, il quale ha affermato che “la Nato è forte”.
Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha rincarato la dose e definito la riunificazione della Germania «un regalo dell’Europa», omettendo di citare sia la Nato sia gli Usa tra gli artefici della caduta del blocco comunista. In molti puntano il dito sul fatto che nella vicenda Siria sia Stati Uniti sia Turchia non hanno consultato gli alleati della Nato prima di intervenire. Soddisfazione è stata registrata, invece, da parte di Mosca alle critiche rivolte all’alleanza da parte di Macron. Il problema, scrive corsera non è solo militare ne, come vorrebbe far credere Trump, economico per gli scarsi investimenti dei Paesi europei nella difesa. Il problema è politico. Non si può avere una difesa comune se non si ha una politica estera comune. E la Ue è lontanissima da questo traguardo. Ne, bisogna dire, le posizioni della Francia in materia aiutano ad avvicinarsi alla meta. Con tutto il suo molto parlare di difesa europea, Macron finora non ha mai messo concretamente in discussione la possibilità di condividere il deterrente nucleare francese. Ora che la Gran Bretagna è in via di uscita dalla Ue, la Francia resta l’unico membro europeo che dispone dell’arma atomica e di un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma Parigi non sembra intenzionata a condividere ne l’una ne l’altro. Semmai, negli ultimi tempi, si è dimostrata più incline a concordare le proprie azioni con Londra che con Bruxelles. In politica estera i francesi agiscono da soli e l’Italia lo ha sperimentato in Libia, con l’appoggio della Francia al generale Haflar quando la Ue, quindi anche l’Italia sosteneva Sarraj. La critica di Macron dovrebbe far riflettere i partner europei nel ricercare lo spirito dei padri fondatori e credere davvero in un percorso comunitario che si concretizzi nei fatti e non solo negli auspici.