Macron promette 400mld per la Difesa. I Paesi Nato molto lontani dal 2% del Pil promesso nel 2014

Ieri il presidente francese, Emmanuel Macron in un discorso alla base aerea di Montde-Marsan, nel sud-ovest della Francia ha confermato che “non ci sono più dividendi della pace a causa dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Ha promesso ai militari di aumentare la spesa per la difesa francese di 400 mld fino alla fine del 2030 per rafforzare le capacità del Paese, in risposta alle nuove minacce globali dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

È nel segno della trasformazione delle forze armate la nuova legge di programmazione militare (Lpm) presentata dal presidente Emmanuel Macron, caratterizzata da un cospicuo aumento del budget e dal potenziamento della deterrenza nucleare, sullo sfondo del ritorno della guerra in Europa.

Macron ha promesso alle forze armate un budget di 413 miliardi di euro in sette anni, ovvero un terzo in più rispetto alla precedente norma, pari a 295 mld.

La legge di programmazione militare riflette gli sforzi del Paese a favore dei propri eserciti” e “tali sforzi saranno proporzionati ai pericoli, che sono notevoli. Dobbiamo giocare d’anticipo sulla guerra, a maggiore ragione di fronte all’emergere di nuovi conflitti ovunque nel mondo”, ha dichiarato il titolare dell’Eliseo.

In risposta alle sfide, la presidenza francese ha deciso di puntare in particolare sul potenziamento dell’intelligence militare, che vedra’ il proprio budget in crescita del 60%, col raddoppio dei finanziamenti destinato alla Direzione dell’intelligence militare (Drm) e alla Direzione della difesa per l’intelligence e la sicurezza (Drsd).

L’altro pilastro della revisione della strategia militare riguarderà il potenziamento della deterrenza nucleare francese, con la prosecuzione degli sforzi per la sua modernizzazione, con in dotazione 5,6 miliardi di euro nel 2023. La nuova legge di programmazione enfatizzera’ principalmente la sovranità, mentre la Francia intende rimanere una potenza “rispettata per il suo status di Stato dotato di armi nucleari, motore dell’autonomia strategica europea, alleato esemplare nell’area euro-atlantica, partner affidabile e credibile” aveva detto Macron all’inizio di novembre nel dare qualche anticipazione della Lpm 2024-2030.

Inoltre le capacità informatiche saranno “migliorate in modo molto significativo” per avere “capacita’ informatiche di alto livello“. Oltreoceano la Francia procedera’ ad “investimenti aggiuntivi” in termini di capacita’ e personale, al fine di “avere forze di sovranita’ rafforzate per poter dare un graffio a chiunque voglia aggredire i nostri interessi”, in particolare nell’area Asia-Pacifico, dove – ha precisato l’Eliseo – preoccupano le mire espansionistiche della Cina. In risposta ai rischi di grandi conflitti interstatali “ad alta intensita’“, in un contesto geostrategico sempre piu’ teso, secondo la presidenza francese “alla luce della situazione in Ucraina, dobbiamo fare tutti un’introspezione”.

La Francia utilizzerà il nuovo sontuoso budget per acquistare carri armati, aerei da combattimento e droni e rinnovare le attrezzature esistenti.

L’invasione russa dell’Ucraina ha anche sollevato interrogativi tra i funzionari francesi sulla possibilità che l’esercito possa affrontare la sfida di un conflitto ad alta intensità, date le scorte limitate di attrezzature e munizioni. La Francia ha anche dovuto distribuire donazioni all’Ucraina, come i suoi obici Caesar, a causa della scarsità di rifornimenti. A giugno, Macron ha invitato gli appaltatori della difesa francese, tra cui Dassault Aviation e Neater Systems, ad adottare una specie di “economia di guerra” in modo da aumentare le capacità francesi.

Il 2% cento del Pil nei Budget per la Difesa: un impegno in sede Nato ancora disatteso

La promessa dei Paesi della Nato nel 2014 era di far aumentare il budget militare almeno 2% del Pil. Non tutti sono riusciti ancora ad adempiere agli intenti dell’Alleanza. Solo gli americani hanno speso circa 300 miliardi di dollari in più in termini reali dall’assunzione dell’impegno.

Il ministero della Difesa francese ha pertanto affermato che il governo mira a portare la sua spesa a oltre il 2% del prodotto interno lordo in linea con gli impegni della NATO, ma ha rifiutato di fornire previsioni specifiche. La Francia non ha regolarmente raggiunto tale obiettivo. Secondo i dati della Nato, la Francia ha speso circa l’1,8% del PIL per la difesa dal 2014 al 2019 e il 2% nel 2020, l’ultimo anno in cui erano disponibili i dati.

La Danimarca si è impegnata per il 2033, il Belgio per il 2035. Alcuni alleati chiave sono ancora lontani dal target del 2%. Ad esempio, la Germania si aggira intorno all’1.4%, nonostante la promessa di investire cento miliardi di euro addizionali. L’Italia è all’1.5%, la Spagna all’1%. Alcuni, come il Canada, non hanno nemmeno confermato questo impegno.

La Gran Bretagna spende già il 2,2% del PIL per la difesa e non si è ancora impegnata in un forte aumento del suo budget militare.

L’impegno risale al 2014, oggi la situazione globale è totalmente cambiata e molto probabilmente neanche il 2% del Pil potrà più soddisfare le nuove esigenze strategiche, dove i conflitti ad alta intensità ritornano ad interessare i piani degli Stati Maggiori militari che però non hanno mezzi e uomini per poterle fronteggirare con margini di successo accettabili.

Macron promette 400mld per la Difesa. I Paesi Nato molto lontani dal 2% del Pil promesso nel 2014

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