Violenza cieca in danno di troupe Rai. In manette due ultras lazio. Indagine lampo di Polizia e Carabinieri coordinati dalla procura della Repubblica di Roma
È stata una violenza cieca quella andata in scena nella mattina del 20 dicembre scorso in danno di una troupe della Rai che stava realizzando alcuni servizi connessi all’emergenza pandemica per conto della trasmissione “Storie italiane”.
Coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, sono bastate poche ore agli investigatori della Digos della Questura di Roma e dei carabinieri della Compagnia Trionfale che, con il supporto del Commissariato di P.S. Prati, sono risaliti alla identità di due tra i componenti del gruppo di assalitori, tra cui il soggetto che per primo ha ingaggiato e colpito per futili motivi l’operatore Rai.
Si tratta di due soggetti che vantano un corposo pedigree riconducibile alle fila degli ultras laziali, già noti per il coinvolgimento in episodi di violenza da stadio.
I due operatori televisivi, dopo alcune tappe cittadine, avevano raggiunto la zona di ponte Milvio dove stavano documentando un gruppo di persone che si intratteneva nella piazza, sprovviste di mascherine protettive.
Infastiditi dalla presenza di due operatori, in particolar modo del cameramen, uno dei componenti del gruppo si è avvicinato minaccioso ai due operatori Rai e, dopo aver chiesto indebitamente spiegazioni sul loro operato senza nemmeno attendere la risposta ha colpito violentemente il cameramen.
Al tentativo di fuga degli operatori è seguita un’ulteriore aggressione del “branco”, che ha visto il cameramen colpito ripetutamente con calci e pugni, anche dopo essere rovinato sul suolo stradale e dopo essere stato inseguito dal gruppo di violenti.
Per entrambi a conclusione di un’attività investigativa condotta con particolare celerità dagli inquirenti sono scattate nelle prime ore dell’alba gli arresti domiciliari nonché perquisizioni verso i rispettivi domicili.
Il risultato investigativo, che consente di censurare anche in questa circostanza un episodio di violenza gratuita e sintomatica di un’ingiustificabile arroganza, incompatibile con l’ordinamento giuridico vigente e con le più basilari norme di convivenza sociale, rappresenta solo un tassello di un’indagine che risulta tutt’ora in corso e che vede gli investigatori della Digos e della Compagnia Trionfale impegnati nella individuazione degli ulteriori componenti del branco che, sfruttando anche la superiorità numerica e la fisiologica impossibilità a difendersi delle vittime, hanno concorso nella consumazione del vile gesto.