Oltre 15mila in corteo per chiedere la fine delle violenze in Palestina e Libano. Isolato un gruppo di anarchici

Un fiume di oltre 15mila persone ha attraversato ieri pomeriggio le strade di Roma per una manifestazione nazionale a sostegno della Palestina e contro il genocidio in Medio Oriente. La marcia, partita da piazza Vittorio e conclusasi a piazzale Ostiense, ha visto la partecipazione di studenti, collettivi universitari, sindacati e centri sociali.

Alla testa del corteo, lo striscione “Stop al genocidio e al massacro in Libano. Israele ci porta alla guerra” e una grande bandiera palestinese, accompagnata da molte altre più piccole. Tra i simboli forti, una donna che reggeva un fagotto insanguinato con vernice rossa, rappresentante il cadavere di un bambino morto a Gaza.

Nonostante il corteo si sia svolto prevalentemente in maniera pacifica, ci sono stati due momenti di tensione. Il primo in via Labicana, dove un gruppo di manifestanti ha vandalizzato un supermercato Carrefour con scritte pro Palestina. Durante il corteo sono state prese di mira anche alcune autovetture e scooter parcheggiati per strada. Giunti al Circo Massimo un gruppo di circa 80 anarchici ha lanciato bombe carta e fumogeni contro la polizia.

Grazie all’intervento dell’Unione Democratica Arabo Palestinese (Udap), che ha formato un cordone di sicurezza, i momenti critici sono stati contenuti, evitando uno scenario simile a quello del 5 ottobre. La maggior parte dei violenti si è allontanata prima dell’arrivo in piazzale Ostiense.

Gli organizzatori hanno dichiarato una partecipazione di 30mila persone, ma il Ministero dell’Interno stima circa 15mila presenze. Il leader della Lega Matteo Salvini ha attaccato duramente i manifestanti su Twitter: “Incidenti anche oggi con dei cretini che, blaterando di pace, attaccano me e il governo lanciando petardi contro le forze dell’ordine. Speriamo vengano identificati e paghino di tasca loro. Galera e multa”.

La manifestazione si è conclusa con due comizi separati: uno degli Studenti Palestinesi e l’altro dei Giovani Palestinesi insieme all’Udap, confermando una forte richiesta di unità e pace da parte dei partecipanti.

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