Il Recovery plan italiano non aspetta i fondi del Next Generation Plan europeo ma inizierà a gettare le basi già con la prossima manovra di bilancio. Saranno 40 i miliardi che verranno varati di cui 15 miliardi di ‘grant‘, cioe’ di sussidi europei a fondo perduto.
Il Recovery migliorera’ in modo strutturale i valori di crescita “tra 0,2 e 0.5 punti di Pil”, spiega il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in Parlamento, sottolineando che la mole senza precedenti di risorse in arrivo consentira’ anche di raddoppiare gli investimenti, portandoli per alcuni anni “sopra il 4% del Pil”.
Il ministro ribadisce l’intenzione di coinvolgere il Parlamento a ogni passaggio e presenta i numeri del Nadef (Nota di aggiornamento al Def) alle commissioni del Senato. Nadef che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri di lunedi’ prossimo.
Tra extradeficit e risorse europee il governo mira a due manovre espansive per il 2021-22 per tornare a un indebitamento del 3% a partire dal 2023. Il Pil crescera’ di conseguenza del 6% il prossimo anno (dal 5,1% tendenziale), al 3,8% nel 2022 al 2,5% nel 2023, mentre il deficit e’ programmato al 7% il prossimo anno (dal 5,7%), al 4,7% nel 2022 invece che al 4,1% tendenziale” e appunto al 3% dal 3,4% nel 2023.
Questo programma, scrive l’Ansa, consentira’ di presentare anche un percorso “graduale” e “credibile” di riduzione del debito che il prossimo anno scendera’ dal 158% del 2020 al 155,6%, poi al 153,4% nel 2022 e 151,5% nel ’23” per ridursi ancora sotto i livelli pre-covid, a meno del 130% “alla fine del decennio”.
In questo nuovo quadro macroeconomico molto prudenziale l’esecutivo si muovera’ per scrivere la legge di Bilancio, con cui “saremo in grado di anticipare molti progetti” del Recovery plan italiano. Il piano sara’ composto da una “selezione di pochi progetti” ad alto valore aggiunto, che siano “percepiti dai cittadini”, individuando precise “priorita’”.
Tra le misure da far partire subito Gualtieri fa l’esempio di “Industria 4.0 plus“, spiegando che se si intende rafforzare questo programma tanto vale farlo da subito, “dal primo gennaio“, anziche’ aspettare di avere il via libera formale della Commissione che non arrivera’ prima della primavera. Altre misure che potrebbero trovare spazio gia’ in manovra vanno dal supporto agli investimenti privati, in particolare in chiave green, a una nuova spinta per la digitalizzazione della P.a.
Sara’ prorogato lo sconto del 30% sui contributi per tutti i dipendenti nel Mezzogiorno, scattato da oggi ma finanziato al momento solo fino alla fine dell’anno. Una misura che “potrebbe essere estesa anche ad altre aree del Paese“, dice il viceministro all’Economia Laura Castelli, e che potrebbe essere affiancata da un nuovo piano di sgravi contributivi per i nuovi contratti a tempo indeterminato, in particolari per incentivare l’assunzione di giovani e il lavoro femminile.
Per la famiglia potrebbe anche arrivare la rivoluzione dell’assegno unico per i figli fino a 18 anni, punto fermo di una riforma del fisco che “si caratterizzera’ principalmente per il taglio cuneo fiscale sul lavoro, la revisione complessiva della tassazione verso una maggiore equita’” oltre alla “revisione del sistema degli incentivi ambientali”.
Accanto alle tax expenditures il governo potrebbe rispolverare anche la spending review, per indirizzare le risorse, come ha detto Gualtieri, “verso un utilizzo coerente, riqualificando la spesa e riducendo quella improduttiva”.