Le ultime modifiche alla finanziaria riscrivono, di fatto, alcune delle disposizioni principali della manovra, introducendo nuove misure per la crescita economica, il sostegno al lavoro e la redistribuzione delle risorse, con un’attenzione particolare alle fasce più deboli della popolazione e alle esigenze del Mezzogiorno
La manovra finanziaria in discussione subisce ulteriori modifiche attraverso gli emendamenti presentati dai relatori e dal governo, che rispondono alle osservazioni emerse negli ultimi mesi da diverse parti sociali, economiche e politiche. Tuttavia, queste variazioni hanno determinato un ulteriore slittamento delle votazioni in Aula, dopo un nuovo passaggio in Commissione Bilancio.
Un primo nodo riguarda la web tax, che viene ripensata per rispondere alle preoccupazioni delle piccole e medie imprese. La tassa si applicherà esclusivamente ai grandi operatori digitali con ricavi globali superiori ai 750 milioni di euro, escludendo così le imprese di dimensioni più modeste, le quali lamentavano un rischio di svantaggio competitivo rispetto alle aziende non digitali. L’obiettivo è garantire una maggiore equità fiscale nel settore, colpendo soltanto i colossi tecnologici che beneficiano di posizioni dominanti nei mercati internazionali.
Un altro elemento centrale è la revisione della tassazione sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute. La misura, che inizialmente prevedeva un’imposta al 42%, viene ammorbidita con una riduzione al 26% per il 2025, riallineandosi alle aliquote già applicate ad altri strumenti finanziari. Tuttavia, a partire dal 2026, l’aliquota salirà al 33%. Un cambiamento significativo riguarda l’eliminazione della soglia minima di 2.000 euro: la tassa si applicherà a tutte le transazioni, senza distinzioni tra piccole e grandi operazioni, con l’obiettivo di allargare la base imponibile e aumentare il gettito fiscale derivante dal crescente mercato delle valute digitali.
Un’importante novità è rappresentata dalla riduzione dell’Ires, pensata per favorire le imprese che reinvestono gli utili in azienda. L’aliquota viene ridotta di 4 punti percentuali per le aziende che accantonano almeno l’80% degli utili in una riserva e reinvestono almeno il 30% di questa somma nell’acquisto di beni strumentali nuovi, purché destinati a strutture produttive situate in Italia. Per accedere al beneficio, gli investimenti devono superare i 20.000 euro e rispettare specifici vincoli occupazionali, come l’assunzione a tempo indeterminato dell’1% della forza lavoro complessiva. La misura è mirata a stimolare l’innovazione tecnologica e l’aumento della produttività, con un’attenzione particolare alla crescita dell’occupazione stabile.
Un’attenzione particolare viene riservata alle aree più svantaggiate del Paese, in particolare al Sud Italia. Il credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (Zes) del Mezzogiorno viene potenziato, passando da 1,6 a 2,2 miliardi di euro, con l’obiettivo di incentivare nuovi investimenti e rilanciare lo sviluppo economico delle regioni meridionali. Viene inoltre introdotta una mini-decontribuzione per il Sud, che prevede sgravi fiscali fino al 25% per le imprese che assumono. Parallelamente, si punta a valorizzare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai risultati delle imprese attraverso un fondo da 70 milioni di euro, un intervento volto a favorire la condivisione degli utili e migliorare il clima aziendale.
Per incrementare le entrate statali, viene introdotto un nuovo contributo a carico delle banche, ottenuto attraverso una riduzione della deducibilità delle svalutazioni e perdite su crediti, che passa dal 65% al 54%. La misura comporta un allargamento della base imponibile per gli istituti di credito e mira a generare un gettito aggiuntivo stimato tra i 400 e i 500 milioni di euro. Ulteriori risorse arriveranno dall’aumento della tassazione sui giochi e le scommesse: il prelievo salirà al 25,5% per i giochi di carte e bingo a distanza, al 20,5% per le scommesse sportive dal vivo e al 24,5% per quelle online. Anche la tassa d’imbarco per i voli extra-UE viene incrementata di 50 centesimi, con l’obiettivo di raccogliere risorse aggiuntive in un settore strategico come il trasporto aereo.
Sul fronte del sostegno alle famiglie e ai pensionati, la manovra introduce misure mirate a supportare i nuclei più vulnerabili. Un fondo da 30 milioni di euro, denominato “dote famiglia”, sarà destinato al rimborso delle spese sostenute per attività sportive ed extrascolastiche dei figli tra i 6 e i 14 anni, con un Isee inferiore a 15.000 euro. È previsto anche un bonus di 100 euro per l’acquisto di elettrodomestici, che raddoppia per i nuclei familiari con redditi inferiori ai 20.000 euro. Per i pensionati ultrasettantenni in condizioni di disagio economico, la manovra propone un aumento delle pensioni minime di 8 euro al mese, pari a un incremento annuale di 104 euro. Di conseguenza, l’assegno minimo passerà da 561,46 euro a 524,46 euro.
Infine, viene modificata una delle norme più contestate, relativa ai controlli del Ministero dell’Economia sulle società beneficiarie di contributi statali. La presenza dei rappresentanti del Mef nei collegi dei revisori dei conti viene eliminata, ma la norma prevede comunque un rafforzamento dei controlli. Le società che ricevono più del 50% del proprio fatturato da contributi pubblici dovranno certificare obbligatoriamente il bilancio al Mef, in un’ottica di maggiore trasparenza e responsabilità nell’uso dei fondi pubblici.
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