di Redazione
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, poche ore fa, ha parlato con l’omologo americano Lloyd Austin. Secondo l’indiscrezione rivelata da Repubblica avrebbe discusso dell’eventuale partecipazione italiana alla missione multinazionale nel Mar Rosso, denominata Prosperity Guardian.
Obiettivo della missione è quello di proteggere il tratto di mare dal gruppo Houti che dallo Yemen continua a lanciare attacchi contro il naviglio in transito, attuando così una strategia di Teheran, in risposta alle vicende di guerra all’interno della Striscia di Gaza.
All’operazione parteciperanno Usa, Regno Unito, Bahrain, Canada, Francia, Italia, Olanda, Novegia, Seychelles e Spagna. L’Italia ha inviato fregata della Marina militare, classe Fremm, la Virginio Fasan. Repubblica scrive che una seconda unità navale sarebbe pronta a salpare dal porto di Taranto. La fregata Fasan è equipaggiata con missili tipo Aster, in grado di proteggere ampie zone di mare nel raggio di cento chilometri.
Fasan si muove nell’ambito dell’operazione Mediterraneo Sicuro, ma potrebbe cambiare presto la sua natura. La nave autorizzata dal Parlamento poi potrebbe inserirsi nel dispositivo Prosperity Guardian. Nel frattempo, è previsto che la Fasan scambi informazioni con la missione Atalanta, che opera davanti alla Somalia e quindi anche allo Yemen e si interfacci con la missione a guida statunitense. Occorrerà comunque un passaggio parlamentare per stabilire le regole d’ingaggio delle nostre unità navali.
L’amministrazione Usa vuole inserire le navi degli alleati nella Combined Task Force 153, che ha il quartier generale presso la Quinta Flotta statunitense nel Bahrain ed è stata creata un anno fa proprio per garantire la sicurezza del Golfo di Aden e dello Stretto di Bab el-Mandeb.
Alcuni governi come la Germania, preferiscono mantenere la struttura di comando dell’operazione Ue Atlanta e stabilire un coordinamento con la flotta multinazionale guidata dagli Usa.
Il gruppo ribelle yemenita ieri ha voluto precisare di voler colpire solo navi che servono alla causa israeliana enfatizzando la minaccia: “Nessuna coalizione ce lo impedirà”.
Gli Houti nel loro arsenale contano droni, missili cruise e balistici, tutti trasportabili da camion identici a quelli civili e pertanto difficili da individuare. Inoltre schierano centinaia di veloci barchini d’assalto che possono assalire le navi come sciami. A rifornire il gruppo di armi come capofila vi è l’Iran che grazie alle azioni nel Mar Rosso sono riusciti a bloccare, quale ritorsione alla guerra in corso, l’interno traffico marittimo internazionale in tratti di mare considerati vitali per l’interscambio Asia-Occidente.
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