A bordo dell’unità navale da ricerca scientifica Alliance, in porto a Tromso (NO), si è svolta la conferenza stampa per presentare i risultati preliminari ottenuti al termine della campagna di geofisica marina “High North 17”, appena conclusa nel Mar Glaciale Artico, a Sud/SudOvest delle isole Svalbard.
Durante l’evento, che ha visto la partecipazione dell’Ambasciatore reggente d’Italia in Norvegia, Antimo Campanile e di alcune autorità politiche norvegesi, il Direttore dell’Istituto Idrografico della Marina Militare, Capitano di Vascello Luigi Sinapi, ha sottolineato come la campagna “High North” ha visto coinvolti i principali istituti di ricerca italiani, quali il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale), l’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), i ricercatori internazionali del Centre for Maritime Research and Experimentation (NATO CMRE) di La Spezia, che per la prima volta hanno lavorato, nuovamente al Polo Nord dopo 89 anni dall’impresa di Umberto Nobile, su una nave della Marina Militare sotto il coordinamento scientifico dell’Istituto Idrografico della Marina.
La professoressa Roberta Ivaldi, docente all’Istituto Idrografico di Genova e coordinatore scientifico della spedizione, ha poi illustrato i primi risultati conseguiti:
l rilievo acustico ad alta risoluzione della batimorfologia e della natura e sedimentologia del fondale dell’INBIS Channel, ha evidenziato la presenza di strutture glaciali e canyon originate dalle acque di scioglimento (melt water) dell’ultimo massimo glaciale;
L’evidenza della presenza di masse d’acqua con diverse caratteristiche fisiche e geo-bio-chimiche, tra cui l’acqua molto densa e lenta che identifica particolari habitat ed idrodinamiche associate di elevata rilevanza ambientale.
La grande mole di dati idrografici ed oceanografici raccolti da tutti gli enti e centri di ricerca nazionali partecipanti alla spedizione sarà elaborata e presentata ufficialmente nel corso dei prossimi mesi.
L’attività condotta da nave Alliance rappresenta dunque un importante valore aggiunto nella raccolta di utili elementi di valutazione in molteplici settori, non ultimo quello climatico.
La Marina Militare, con l’ausilio di piattaforme e strumenti per la ricerca in ambito marino dell’Istituto Idrografico della Marina, contribuisce quindi a migliorare la conoscenza sulle evoluzioni di quell’ambiente marino per meglio garantire la sicurezza e il libero utilizzo delle risorse.
Approfondimenti:
La Marina Militare attraverso l’IIM partecipa da due anni al Tavolo Artico, fornendo il supporto specialistico al gruppo di lavoro EPPR (Emergency, Prevention, Preparedness and Response) dell’Artic Council. Elemento di particolare rilevanza di questa attività è il ruolo assunto dalla Marina Militare per il tramite dell’Istituto Idrografico, come “marine focal point” della comunità scientifica nazionale in Artico.
Tale ruolo di rilievo è stato raggiunto grazie alla costituzione del Reparto di Geofisica Marina ed Oceanografia presso l’Istituto Idrografico e l’elevata dinamicità dimostrata dallo stesso sin dalla sua costituzione.
L’area polare artica (insieme alla gemella antartica) per le sue caratteristiche di “motore” del clima del pianeta è nodo cruciale per comprendere l’evoluzione del clima ed il suo impatto sul pianeta e sull’economia globale.
In questo quadro dove si fondono aspetti ambientali, socio economici e geostrategici si colloca il motivo della presenza dell’Italia nell’area Artica.
Nave Alliance è un’unità polivalente di ricerca che svolge principalmente attività condotte dal Centro di Ricerca e Sperimentazione Marittima (Centre for Maritime Research and Experimentation – CMRE), per conto dell’Organizzazione Scientifica e Tecnologica (Science and Technology Organization – STO) della NATO.
Dal marzo 2016 è iscritta al registro del naviglio militare ed equipaggiata con personale della Marina Militare grazie a un’intesa del dicembre 2015 fra la Marina Militare e il CMRE.