Maternità surrogata: Nuovo reato universale, diventa legge in Italia

Il 4 novembre scorso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge che rende la maternità surrogata un “reato universale”. La notizia della promulgazione è stata diffusa dall’ANSA, confermando che il testo sarebbe stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno seguente, ufficializzando così la sua entrata in vigore. Si tratta di un provvedimento che ha suscitato reazioni contrastanti tra i vari schieramenti politici, mentre numerose coppie italiane si preparano a intraprendere azioni legali contro la nuova legge.

Cosa prevede la nuova legge. Fino ad ora, la maternità surrogata in Italia era regolamentata dalla legge 40 del 2004. In base a questa norma, chiunque organizzasse, pubblicizzasse o realizzasse la commercializzazione di gameti, embrioni o la surrogazione di maternità sul territorio nazionale era passibile di una pena che andava dai tre mesi ai due anni di reclusione, accompagnata da una multa tra i 600 mila e un milione di euro.

La novità introdotta dalla cosiddetta legge Varchi sta nel fatto che ora sarà punibile anche chi ricorre alla maternità surrogata all’estero, qualora il cittadino italiano compia tale azione in un Paese dove è legale. In sostanza, il comma 6 dell’articolo 12 della legge 40/2004 è stato modificato per includere la seguente disposizione: «Se i fatti, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana». Questo rende la maternità surrogata un reato universale, perseguibile anche fuori dai confini nazionali.

Le reazioni politiche. Il provvedimento è stato accolto con entusiasmo dalla maggioranza di governo, in particolare dalla premier Giorgia Meloni, che ha definito la maternità surrogata come una “pratica disumana che alimenta un mercato transnazionale spacciandolo per un atto di amore”. Anche il centrodestra, con esponenti come il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, ha espresso soddisfazione: “Si rassegnino i gazzettieri che avevano scritto che il Presidente aveva dei dubbi”, ha dichiarato, in risposta a voci su possibili perplessità da parte di Mattarella.

Il movimento Pro Vita ha applaudito la decisione, spingendo affinché il governo promuova una moratoria presso le Nazioni Unite e l’Unione Europea per vietare la maternità surrogata a livello globale.

Le critiche e i ricorsi legali. Dal lato opposto, l’opposizione ha criticato duramente la legge. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha definito il provvedimento come “l’ennesima legge incostituzionale varata da questo governo che sarà abbattuta dai tribunali”. Una posizione condivisa dall’Associazione Luca Coscioni, che prevede una battaglia legale imminente. Secondo Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria dell’associazione, sono già pronte oltre 50 coppie italiane a presentare ricorso contro la nuova legge. Molte di queste coppie si trovano in diverse fasi del percorso per diventare genitori tramite maternità surrogata in Paesi esteri dove la pratica è legale. Alcune hanno già firmato il consenso nei centri stranieri, altre hanno effettuato il prelievo di gameti, mentre altre ancora sono in attesa del parto. Secondo Gallo e Cappato, la legge potrebbe non essere applicabile retroattivamente, in base al principio di irretroattività del diritto penale. Questo significa che, per i casi già in corso al momento dell’entrata in vigore della legge, le coppie potrebbero sfuggire alle nuove sanzioni.

Le coppie coinvolte. Le coppie che hanno contattato l’Associazione Coscioni sono principalmente giovani eterosessuali, con molte donne affette da patologie gravi che impediscono loro di portare avanti una gravidanza. Ci sono anche coppie omosessuali che, non potendo adottare in Italia, si erano rivolte alla maternità surrogata come unica opzione per avere figli. Questi genitori denunciano la nuova legge come un attacco alle loro famiglie e sono preoccupati per le ripercussioni legali e sociali che potrebbero derivarne.

Implicazioni legali. L’entrata in vigore della legge Varchi potrebbe aprire un vasto contenzioso legale, sia sul piano nazionale che internazionale. Gli esperti di diritto costituzionale ritengono che ci siano forti dubbi sulla costituzionalità della norma, in particolare per quanto riguarda la sua applicabilità extraterritoriale e il possibile conflitto con le legislazioni di altri Paesi. Nel breve termine, i tribunali italiani saranno chiamati a decidere sulla validità dei ricorsi presentati dalle coppie. L’Associazione Coscioni, insieme ad altre organizzazioni per i diritti civili è pronta a portare la questione davanti alla Corte Costituzionale e, se necessario, anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

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