Su Medjugorje il Papa ancora non ha deciso e non si prevede nulla di imminente. Lo riferiscono fonti vaticane, interpellate dall’Adnkronos all’indomani delle dichiarazioni di monsignor Henryk Hoser, da ieri arcivescovo emerito di Varsavia-Praga, l’inviato speciale di Francesco per la pastorale del santuario della cittadina bosniaca. Monsignor Henryk Hoser ha lasciato intendere che sarebbe vicina una svolta.
“Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali”.
Non ci sono più problemi”, ha detto Hoser nell’intervista ad Aleteia. L’inviato speciale del Papa, chiamato con il compito di curare l’aspetto pastorale legato all’ accompagnamento dei fedeli, ha comunque osservato che “questa decisione dovrà essere presa dal Papa.
Il dossier si trova ora negli uffici della Segreteria di Stato.
Così il Papa sulla questione:
“Tutte le apparizioni o le presunte apparizioni appartengono alla sfera privata, non sono parte del magistero pubblico ordinario. Per Medjugorje Benedetto XVI ha istituito una commissione presieduta dal cardinale Ruini. Io ho ricevuto il risultato tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. La commissione era composta di bravi teologi, vescovi e cardinali. La relazione della commissione è molto buona”.
Il Papa ha raccontato anche di “alcuni dubbi nella “Congregazione per la dottrina della fede” di cui chiese di prendere visione personalmente. “Queste opinioni sono state studiate, tutte. La relazione Ruini – spiegò – afferma che si devono distinguere le prime apparizioni, che erano quelle dei tre pastorelli, da quelle odierne. Sulle presunte apparizioni attuali, la relazione presenta i suoi dubbi. Io personalmente sono più cattivo, preferisco la Madonna Madre che non la Madonna capo di un ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio.E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore, questo dico come opinione personale. Chi pensa che la Madonna dica: venite, quel tal giorno alla tal ora darò un messaggio a quel veggente? No. La relazione, quindi, distingue le due apparizioni”. Il Papa pose l’attenzione quindi su quello che definì il ‘nocciolo’ della relazione Ruini: “il fatto spirituale e pastorale, gente che va lì e si converte, che incontra Dio, che cambia vita. E questo non grazie a una bacchetta magica. Questo fatto non si può negare. Adesso per vedere le cose con tutti questi dati, ho nominato un vescovo bravo che ha esperienza per occuparsi della parte pastorale”.