Al termine degli incontri di Washington il premier Giorgia Meloni da Villa Firenze, residenza dell’ambasciatore italiano negli Usa, Mariangela Zappia, spiega la nuova postura internazionale italiana: “Ero stata anticipata da una propaganda falsa, che aveva raccontato l’ipotesi di un governo come un disastro della tenuta dei rapporti internazionali, della tenuta economica e delle istituzioni. Ma nella realtà quello che è emerso è un governo serio, affidabile, credibile, che pone con determinazione il tema dell’interesse nazionale, nostro e degli altri. Quando poniamo il tema del Mediterraneo e dell’Africa questo non riguarda solo l’Italia ma riguarda il ruolo dell’Occidente. E i nostri partner vedono che siamo credibili“.
A farle eco su Twitter il presidente Usa Joe Biden: “Non vedo l’ora di continuare a costruire una stretta relazione tra gli Stati Uniti e l’Italia“.
Agli inizi di settembre il capo del governo italiano tornerà negli Usa per partecipare all’Assemblea delle Nazioni Unite ed incontrare investitori e pezzi da novanta della finanza di Wall Street. Vuole strutturare l’enorme rappresentanza degli italo-americani mettendo a sistema anche la parte imprenditoriale tra colossi come Pfizer, Amazon, Eni e Fincantieri.
Meloni ha anche incontrato Henry Kissinger con cui ha scambiato opinioni su Cina ed intelligenza artificiale. Sull’AI Meloni ha detto che sarà un tema che porterà al G7 del prossimo anno organizzato dall’Italia: “Abbiamo sempre avuto un progresso che aiutava a migliorare le nostre competenze ma senza mai mettere in discussione la centralità dell’uomo, adesso il rischio è di sostituirlo con la tecnologia, e questo deve fare paura: l’impatto sul mondo del lavoro può essere devastante. Non si può perdere tempo, anche mettendo delle limitazioni“.
Sull’Africa Meloni oltre all’Ue ha attirato anche l’attenzione del presidente Joe Biden che, a dire del premier italiano: “ha notato una consapevolezza di un tema che cerco di spiegare in ogni contesto multilaterale, ma mi pare di riconoscere anche la consapevolezza che l’Italia può giocare un ruolo di portavoce, di leadership, proprio per la capacità che ha anche di capire, diciamo, il punto di vista dei Paesi africani. Probabilmente senza il nostro ruolo sarebbe stato più difficile raggiungere l’accordo tra Tunisia e Ue”.
Sulla Cina il premier del Bel Paese ha così commentato: “Siamo l’unica Nazione che sta nella Via della Seta tra i Paesi del G7 ed europei ma non siamo la nazione che ha i migliori dati sull’interscambio commerciale con la Cina. Tutt’altro. Si possono avere buone relazioni e rapporti commerciali con la Cina indipendentemente dalla Via dalla Seta“. Per quanto la decisione possa sembrare sgradita, Meloni intende comunicarla a Xi Jinping direttamente per una questione di profondo rispetto. L’idea è quella di andare in vivista ufficiale a Pechino.
Sulla Cina gli Usa continuano sulla strada tracciata al G7 di Hiroshima, quella della resilienza economica e della minimizzazione dei rischi. Questa linea è, di fatto, un assist per Meloni quando dovrà spiegare a Xi le ragione della marcia indietro italiana. Xi, potrebbe però non accordare la visita che ha in programma l’Italia, i cinesi non digeriscono facilmente i “no”.
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