Un terremoto politico si abbatte sul governo Meloni dopo l’annuncio dell’indagine per favoreggiamento e peculato a carico della premier e di alcuni esponenti di spicco dell’esecutivo, tra cui i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. L’indagine, legata al rimpatrio del trafficante libico Najem Osama Almasri su un volo di Stato, ha scatenato reazioni durissime dal governo e dalla maggioranza, con accuse frontali alla magistratura e la denuncia di un attacco al potere politico.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha subito espresso il proprio sostegno alla premier e ai ministri coinvolti, definendo l’indagine una “scelta priva di qualsiasi fondamento” e parlando di “attacco al governo” da parte di magistrati intenzionati a creare uno scontro con il potere politico. Tajani ha inoltre accusato gli inquirenti di non conoscere la Costituzione, alimentando il già infuocato dibattito sulla separazione dei poteri. Ancora più tagliente la reazione del vicepremier Matteo Salvini, che ha richiamato il suo passato da indagato per sequestro di persona durante il caso Open Arms: “Vergogna, vergogna, vergogna. È lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo. Riforma della giustizia, subito!”.
Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto è intervenuto, ricordando la sua “premonizione” di oltre un anno fa sull’esistenza di una “opposizione giudiziaria” come principale minaccia al governo di centrodestra. “Oltre due anni fa avevo parlato di questo rischio. L’assurdo avviso di garanzia odierno al presidente del Consiglio e ai ministri è un ulteriore atto per avvelenare il clima politico, istituzionale e sociale”, ha dichiarato su X, denunciando un tentativo di destabilizzazione del governo e ribadendo solidarietà ai colleghi.
Toni così duri contro la magistratura non si erano mai sentiti dall’esecutivo Meloni. Una situazione che preoccupa anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale si era già mosso in passato per evitare un’escalation di tensioni tra politica e giustizia, consapevole del rischio di uno scontro istituzionale. La vicenda, infatti, non si limita all’aspetto giudiziario: secondo il governo, l’indagine rappresenta una sfida politica di massimo livello, che riaccende il dibattito sulla separazione dei poteri e sulla riforma della giustizia, tema centrale per l’attuale maggioranza.
Le opposizioni, dal canto loro, continuano a chiedere chiarezza politica sulla gestione del caso Almasri. Mentre Elly Schlein invita Giorgia Meloni a riferire direttamente in Aula, Giuseppe Conte accusa la premier di vittimismo e complottismo. “Meloni dimostri rispetto delle istituzioni, affronti serenamente l’indagine”, ha dichiarato il leader del M5S. Più moderato Matteo Renzi, che ribadisce la sua linea garantista ma definisce “un errore clamoroso” la gestione politica della vicenda.
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