(di Maurizio Giannotti – Presidente SAI Ambrosini) Il caso della nave Diciotti è davvero preoccupante perché rivela l’inesistenza di tempestivi ed affidabili scambi informativi tra Viminale e Guardia Costiera -Marina Militare per il controllo e la gestione dell’emergenza immigrazione, un “fenomeno” oramai delicatissimo per la sicurezza del nostro Paese.
Una pronta informazione ben distribuita tra le Autorità competenti permette di dare risposte operative rapide, appropriate e condivise a tutti i livelli.
Cosa ancor più grave, quanto sta accadendo evidenzia anche un scarsa identità di vedute tra le varie componenti politico-istituzionali del Governo.
Probabilmente esiste una forte contrapposizione tra Ministero dell’Interno e la Guardia Costiera. Oggi “Il Tempo” parla di forte antipatia tra Matteo Salvini e il Comandante del Corpo, l’ammiraglio Giovanni Pettorino. L’ammiraglio sostiene “l’obbligo morale” di salvare tutti. Ora rischierebbe la poltrona.
Ho sempre seguito con attenzione il problema dei flussi migratori nel Mediterraneo di cui, come accennato in un intervento del 2017, fin dal 1984-85 tutti i paesi occidentali ed orientali erano a conoscenza e tutti sapevano a quali disastri saremmo arrivati con il nuovo millennio se non fossero stati presi provvedimenti per tempo.
Per fronteggiare la situazione fu avviato uno specifico programma per il Mediterraneo su cui tutti i paesi convennero ed aderirono; purtroppo, nonostante l’impegno dell’Italia , il piano servì a ben poco perché uno ad uno tutti i paesi, Francia in testa, si defilarono trovando più conveniente agire diversamente sicuramente anche per non dare vantaggi al nostro paese, il concetto Mare Nostrum non è mai piaciuto ai nostri partners.
Siamo nella situazione che tutti conosciamo e più che d’ immigrazione oramai si parla di vera e propria invasione che abbiamo l’obbligo di fermare se vogliamo salvaguardare la nostra integrità; a tal riguardo condivido il piano del Gen. C.A. Vincenzo Santo, ex Capo S. M. NATO in Afghanistan, un promemoria per il Governo che suggerisce il ricorso ad interventi di tipo tattico militare per fronteggiare il piano d’invasione oramai da diverso tempo attuato nei nostri confronti.
Che quello che sta accadendo sia un vero e proprio piano lo dimostra l’organizzazione logistica di chi di fatto controlla l’immigrazione verso le nostre coste, le modalità operative che adotta e il supporto su cui può contare; è sufficiente domandarsi chi fornisce i giganteschi gommoni e relativi motori fuoribordo per affrontare la traversata? E’ così difficile individuare il produttore? Si dice siano cinesi e, se così dovesse essere, come fanno ad arrivare il Libia? E’ troppo difficile individuare la rimessa sulla terraferma o, nel caso dalla Cina arrivi solo il tessuto, dov’è il laboratorio di costruzione? E, se realizzati su una nave fattoria, dove si trova ormeggiata?
Al riguardo abbiamo fatto passare anni senza muovere un dito, perché?
Abbiamo affrontato il problema con l’operazione solo italiana varata nel 2103 denominata Mare Nostrum a cui è subentrata alla fine del 2014, prima che la nostra scadesse (2015), l’operazione dell’Agenzia UE Frontex denominata Triton ; poi arriva l’operazione Themis (migranti da sbarcare nel porto più vicino ) sempre varata da Frontex che dal febbraio 2018 sostituisce Triton. Parallelamente dal giugno 2015 il Consiglio degli Affari esteri della UE ha dato vita all’operazione Sophia con il coinvolgimento di assetti navali ed aerei militari di EUNAVFOR MED almeno fino al 31.12.2018.
Come si vede uno spiegamento di forze ed un dispendio di risorse enorme a cui deve essere aggiunto l’impegno delle ONG; mi chiedo e vi chiedo, tutto questo dal 2013 ad oggi è servito realmente a fronteggiare l’invasione che il nostro paese e non solo sta subendo ? è migliorata la nostra sicurezza?
In Italia non sono tanti a sapere che da anni altrove ma non tanto lontano opera la CMF Combined Maritime Forces una forza militare marittima multinazionale a cui partecipano una trentina di Paesi tra cui l’Italia.
La CMF è sorta per proteggere il traffico in aree marittime particolarmente delicate per contrastare la pirateria, il traffico di armi, il traffico di droga, il terrorismo e ogni altra attività destabilizzante e per operare ha costituito 3 Task Forces che dipendono dal Comando USA sito nel Bahrain: dal 2002 la CTF 150 che opera nel Mar Rosso, Oceano Indiano e Mar Arabico, dal 2009 la CTF 151 operante nel Golfo di Aden e coste della Somalia, dal 2004 la CTF 152 presente nel Mare Arabico .
Questa vera cooperazione multinazionale ha origine nei primi anni ’90 all’epoca delle crisi in Iraq, Kuwait e aree vicine e l’esperienza maturata dalla CMF è vastissima come l’integrazione operativa tra le marine partecipanti che è ai massimi livelli assicurando il pieno successo delle missioni che quotidianamente espleta come è possibile leggere nel sito https://combinedmaritimeforces.com/author/cmf24/ o sui post Combined Maritime Forces (CMF) [donotreply@wordpress.com].
E’ incomprensibile come non sia stato possibile trasferire un’esperienza del genere nel Mediterraneo subito dopo l’inizio dell’invasione; un approccio tattico militare di questo tipo non avrebbe assolutamente permesso di arrivare al punto in cui ci troviamo, si sarebbero risparmiate tante vite umane, i tantissimi soldi spesi fino ad oggi sarebbero serviti per aiutare le popolazioni veramente indigenti a casa loro, la criminalità transazionale non avrebbe avuto “materiale” su cui lavorare, ci sarebbero stati meno spazi di manovra per i terroristi e probabilmente ci sarebbe stata molta più chiarezza in Libia, un paese martoriato da una guerra che oggi sappiamo perfettamente come e perché è scoppiata , che è alla ricerca di stabilità e recupero della sovranità.
La Combined Maritime Forces è composta da 29 Paesi tutti solidali mentre l’UE ne conta 28 molto spesso profondamente ostili tra loro e su questo tutti siamo chiamati a fare una profonda riflessione.
Sicuramente qualcuno dirà che sono due cose diverse e chiaramente concordo, ma mi chiedo: EUNAVFOR MED operazione Sophia riesce, ad esempio, a contrastare efficacemente il traffico di essere umani e tutto quello che include tale pratica assicurando alla giustizia la criminalità transazionale coinvolta? E le ONGG che c’entrano in tutto questo?