Il vice presidente degli Stati Uniti Mike Pence, attraverso un editoriale per il Washington Post, evidenzia il differente atteggiamento che sta assumendo il presidente americano Donald Trump nei confronti delle proteste iraniane.
L’amministrazione di Trump non resterà in silenzio così come fece Barack Obama nel 2009, quando i manifestanti scesero in piazza per contestare i brogli elettorali. All’epoca dei fatti, ricorda il vice presidente, l’allora presidente democratico “non si schierò a fianco del popolo iraniano, che cercava di sfuggire alla pesante dittatura” e questa indifferenza “incoraggiò i governanti tiranni a reprimere il dissenso. Ma oggi le cose sono diverse e Trump sta con i manifestanti: questa volta noi non resteremo in silenzio. Gli Stati Uniti hanno parlato in modo chiaro ed inequivocabile”.
Pence continua puntando il dito contro l’Europa accusandola di indifferenza e di non essersi ancora espressa con forza e la invita ad esporsi e a pronunciarsi: “La repressione della Rivoluzione verde nel 2009 mostra il prezzo disastroso del silenzio. Il presidente e io facciamo appello ai leader delle nazioni che amano la libertà nel mondo perché condannino i dittatori non eletti e difendano il diritto inalienabile del popolo iraniano a determinare il proprio destino. Noi stiamo con l’orgoglioso popolo iraniano, perché ha ragione – conclude Pence – e perché il regime di Teheran minaccia la pace e la sicurezza del mondo. Questa è l’essenza della leadership americana e, come il popolo iraniano adesso sa, gli Stati Uniti sono di nuovo leader della libertà sulla scena mondiale”.