La Polizia di Stato, a Milano, ha dato esecuzione ad una serie di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di noti narcotrafficanti stanziali in Lombardia e di altri soggetti a loro legati, ritenuti partecipi a vario titolo di un ingente traffico internazionale di hashish gestito nel territorio milanese e in tutto il Centro/Nord Italia.
L’operazione di polizia giudiziaria è stata la prosecuzione, in termini investigativi, dell’attività di indagine che il trascorso mese di ottobre 2019 si è conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare (4 custodie cautelari in carcere, 1 arresto domiciliare e 1 obbligo di dimora) emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, su richiesta della locale DDA, a carico del narcotrafficante e di altre 5 persone di nazionalità italiana indagate per traffico internazionale di hashish.
L’indagine ha preso avvio il 24 settembre 2018, quando il personale della sezione antidroga arrestò un soggetto per detenzione di 1.100 Kg. di hashish e 589 gr. di cocaina, rinvenuti all’interno di un box, sito in una autorimessa sotterranea. La sostanza stupefacente era stata occultata in un’intercapedine costruita a hoc a ridosso della parete situata nel fondo del box. In tale circostanza fu rinvenuto anche un dispositivo satellitare radar per imbarcazioni ancora nuovo ed imballato.
L’attività di indagine che ne è scaturita dal sequestro ha ricostruito la struttura dell’organizzazione criminale dei trafficanti, che aveva la sua base operativa nell’hinterland di Milano, aveva organizzato e finanziato l’importazione dell’hashish dal Marocco, avvalendosi di un corriere per il trasporto marittimo e di altri soggetti deputati al trasporto terrestre dalle coste liguri al territorio milanese ed allo stoccaggio all’interno di box con vani artefatti creati tra la parete ed un muro artificiale.
II narcotrafficante era, inoltre, emerso in un’indagine condotta dai poliziotti della Squadra Mobile di Bologna, coordinata dalla DDA della Procura di Bologna, tra il 2012 e il 2014, culminata proprio verso la fine del mese di settembre 2018 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in quanto ritenuto appartenente ad un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, con modalità identiche a quelle ricostruite per l’importazione del carico sequestrato il 24 settembre 2018.
La prosecuzione delle indagini nei confronti del soggetto ha fatto emergere la convinzione che questi nel corso degli anni di attività nel traffico di stupefacenti abbia accumulato un patrimonio economico ingente.
I poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile hanno eseguito una serie di perquisizioni presso alcuni luoghi nella disponibilità del narcotrafficante, di una donna a lui legata, del padre e di un altro soggetto, individuato come colui che realizzava le opere murarie artificiali, necessarie ad occultare droga e denaro.
All’interno della dimora del narcotrafficante, gli agenti, confrontando la planimetria dell’appartamento con la condizione reale dello stesso, hanno notato una discrasia in termini di distanze di una parete posta dietro l’armadio della camera da letto: vi erano circa 40 centimetri di differenza tra il documento cartaceo e la condizione reale. Spostato l’armadio ed accertato, toccando la parete, che verosimilmente vi erano delle parti vuote al suo interno, i poliziotti hanno provveduto a demolirla. La scoperta è stata eclatante: la parete era artificiale ed aveva creato un’intercapedine con il muro perimetrale, al cui interno sono stati rinvenuti 28 scatoloni contenenti numerose mazzette di denaro contante per un valore di circa 15.000.000 (quindici milioni) di €uro, suddivisi in banconote di vario taglio dai 500 ai 10 €uro.
Sempre all’interno dell’appartamento, in una cassaforte, sono state rivenute altre mazzette di banconote per un valore complessivo di 140.000 (centoquarantamila) €uro circa, mentre ulteriori 27.000 €uro sono stati rinvenuti occultati in un soppalco di un’autofficina sempre nella disponibilità di uno degli indagati.
L’intera somma di denaro è stata depositata presso la locale sede della BANCA D’ITALIA.
Successivamente al sequestro il G.I.P. presso il Tribunale di Milano, su richiesta della locale D.D.A., ha emesso un provvedimento di aggravamento della misura cautelare in corso nei confronti del narcotrafficante, passata dagli arresti domiciliari alla custodia cautelare in carcere, nonché un’ulteriore misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del padre, per riciclaggio, e di un altro soggetto, per concorso nell’associazione per delinquere.
E’ stato, inoltre, disposto dall’A.G. procedente il sequestro preventivo del denaro. I tre provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nel corso del fine settimana dai poliziotti della sezione Antidroga della Squadra Mobile di Milano.