Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha denunciato pubblicamente una lettera minatoria ricevuta presso il suo ufficio a Palazzo Chigi. La missiva, inviata da un sedicente gruppo filopalestinese autoproclamatosi “Global Movement Against the Nazi-Zionist Terrorist State of Israel for the Liberation of Palestine”, contiene pesanti minacce rivolte alle autorità italiane e di altri paesi che sostengono Israele.
Nel testo, il gruppo dichiara di voler utilizzare la forza armata a partire dal 15 novembre 2024 per colpire gli interessi dello Stato di Israele, comprese ambasciate e attività in tutto il mondo, se i governi occidentali non cesseranno il loro supporto politico, economico e militare al “terrorista nazi-sionista”. La lettera minatoria fa riferimento a presunti crimini di guerra e genocidio contro il popolo palestinese, dichiarando la volontà di continuare la resistenza armata fino alla liberazione della Palestina.
Il ministro Tajani, in risposta alle minacce, ha affermato fermamente: “Non mi farò intimidire dalle minacce. Ma considero preoccupante il clima d’odio, anche personale, frutto di calunnie e falsità da parte di presunti intellettuali. Basta cattivi maestri che fomentano la violenza indicando obiettivi da colpire. Continueremo a lavorare per la pace”.
Solidarietà bipartisan
Numerosi esponenti politici hanno espresso solidarietà a Tajani. Tra questi, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha condannato con forza l’accaduto, affermando su X : “Le minacce al ministro Antonio Tajani sono intollerabili. La contrapposizione ideologica non può trasformarsi in violenza e odio. Ferma condanna per un fatto grave ed inaccettabile. Sono al fianco di Antonio, con il quale condivido l’impegno per la stabilità internazionale e la pace in Medio Oriente”.
Episodi di tensione
Le minacce a Tajani giungono in un momento delicato, segnato da crescenti tensioni legate al conflitto israelo-palestinese. Proprio ieri, un gruppo di manifestanti pro Palestina ha fatto irruzione negli uffici di Leonardo Aeronautica a Torino, dove si stava tenendo una riunione con il personale della Difesa.
Il clima politico si fa sempre più teso, con un aumento degli atti intimidatori e delle proteste. La lettera minatoria rappresenta un segnale allarmante per la sicurezza delle istituzioni italiane e delle relazioni internazionali. Le autorità competenti stanno indagando sull’origine della missiva, che riportava le iniziali “A.F.” e un indirizzo di Bologna, al fine di identificare i responsabili e garantire la sicurezza del ministro e delle sedi diplomatiche italiane e israeliane.
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