Il sito defensepoint.com riporta che eri il ministro della difesa turco Hulusi Akar ha pubblicato sulla propria pagina Fb una mappa e un messaggio in turco e arabo, sostanzialmente dicendo che la Turchia non sta cercando di impadronirsi delle terre di altri popoli, ma prenderà ciò che è loro diritto.
“Non abbiamo occhi sulla terra di nessuno. Torneremo indietro su ciò che è nostro “, recita il messaggio che è accompagnato da una mappa che include in Turchia metà della Siria, la Grecia settentrionale e le isole greche dell’Egeo e tutta Cipro. Include anche tutto l’Iraq settentrionale, tra cui Sulaymaniyah, Erbil e Kirkuk.
Sembra una fake news, tuttavia l’intervento di Ankara in Siria, le intenzioni non proprio pacifiche con la Grecia per Cipro e l’influenza in Iraq, evidenziano che il ministro della difesa turco ha solo descritto in poche righe la strategia per riunire parte del vecchio impero ottomano.
Nella prima cartina si può notare l’espansione dell’impero ottomano dal 1300 al 1683. In quasi quattro secoli gli ottomani si espansero fino all’Algeria, passando per la Tunisia, Israele, Palestina fino all’Iraq. Inoltre controllarono i Balcani e la tutta la Grecia.
La seconda cartina descrive il crollo dell’impero ottomano, tra il 1798 e il 1923. Al 1855, l’impero aveva perso la Tunisia, l’Egitto e parte dei Balcani.
Dal 1911 gli ottomani persero il controllo di Tripoli, Cirenaica e Albania.
Nel 1920 i turchi abbandonarono la Siria e l’Iraq. La zona viola evidenzia il territorio ottomano dopo il trattato di Sèvres del 1920.