Incinta, alla settimana 28 di gravidanza, con un grave melanoma oculare, rarissimo, che colpisce all’occhio e nelle donne incinte meno dello 0,4% delle pazienti affette da melanoma in gravidanza, quello trattato dalla Città della Salute di Torino. Che grazie ad un delicato intervento chirurgico, eseguito dalle equipe sanitarie di diversi ospedali secondo un approccio interdisciplinare, ha salvato al vita ad una ventottenne. La futura mamma sta bene, come il suo bimbo: partorirà fra tre mesi. Una storia, questa, di eccellenza sanitaria. Inviata ad un luminare svizzero, un oncologo oculare di fama internazionale, la donna era stata rimandata a casa. Troppo grande il tumore, che per la gravidanza non poteva essere trattato con chemioterapia di appoggio, per cui il professionista aveva rinunciato ad occuparsi del caso. L’ospedale Oftalmico di Torino, quindi ha deciso di affidare le cure al Servizio di Chirurgia orbito-palpedrale del Cto. Scelta azzeccata, vista anche la stretta collaborazione con l’attiguo nosocomio ostetrico-ginecologico Sant’Anna, indispensabile per le cure in gravidanza. In cinque giorni i medici del Cto sono riusciti a coordinarsi, oltre che col Sant’Anna e con l’Oftalmico, anche con la Radiodiagnostica universitaria delle Molinette, e con l’Anestesia e Rianimazione del Cto. “E’ la dimostrazione che per gli interventi complessi l’approccio interdisciplinare è indispensabile”, sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta. “Questa è la strada che abbiamo intrapreso strutturando all’interno della Città della Salute di Torino – aggiunge – le competenze dell’Oftalmico”. L’intervento, coordinato dal dottor Luciano Arturi, responsabile del servizio di Chirurgia Orbito-palpebrale, e’ tecnicamente riuscito. E, grazie alla particolare tecnica chirurgica cui si è ricorsi, entro un mese la paziente potrà indossare una protesi oculare che renderà indistinguibile l’orbita sottoposta a un intervento rispetto a quello del lato ‘sano’. Il tutto è stato condotto nella massima garanzia di sicuro proseguimento della gravidanza, che sarà portata a termine naturale. Il bimbo, in nessun momento del percorso di cura, ha mai subito ripercussioni del delicato intervento a cui è stata sottoposta la mamma.