(di Massimiliano D’Elia) Durante i lavori del G20 a Bali una strana coincidenza: i russi hanno sferratto una pioggia di missili sull’Ucraiana lambendo i confini con la Polonia. Almeno due missili o solo i suoi frammenti hanno colpito un deposito di frumento nel piccolo villaggio polacco di Przewodov provocando due morti. Il ministro degli esteri russo Lavrov ha dovuto lasciare il summit del G20 mentre la Polonia ha convocato il suo comitato per la sicurezza nazionale mettendo in stato di massima allerta l’esercito.
Le indagini sono ancora in corso da parte di Nato e Usa e il Dipartimento a stelle e strisce parla di situazione terribilmente preoccupante. A tuonare è il presidente Zelensky: “I missili russi hanno colpito la Polonia. Lanciare missili sul territorio Nato è un attacco russo alla sicurezza collettiva. È un’escalation molto significativa. Dobbiamo agire. Vi abbiamo avvertiti molto tempo fa ed è accaduto: il terrore non si limita ai nostri confmi nazionali“.
Mentre si cerca di capire la dinamica dell’incidente di guerra oggi al G20 verrà trattata la vicenda dai grandi della Terra. La Polonia, invece, riferirà in seno alla Nato. La Repubbica scrive che l’emittente polacca Radio Zet cita un esperto militare, Yaroslav Volsky, che su Twitter pubblica foto scattate sul luogo dell’esplosione facendo due possibili versioni: “Un missile da crociera russo fuori controllo, o un missile della difesa aerea ucraina”. In Polonia sarebbero caduti frammenti di un missile S-300, posseduti da russi e ucraini, probabilmente sparato dalla contraerea ucraina per intercettare un missile a lungo raggio russo. Questo, perché gli S-300 russi non sarebbero in gradi di arrivare fin lì.
Mosca smentisce: “Non ci sono stati attacchi vicino al confine polacco. I frammenti pubblicati dai media polacchi non hanno nulla a che fare con le armi russe“.
Ad inasprire la posizione di Mosca nelle ultime ore la risoluzione Onu che ha accollato alla Russia i danni di guerra e il discorso di Zelensky, che al G20 di Bali ha proposto la sua road map per la pace: il ritiro dei russi, la compensazione dei danni di guerra, garanzie sulla sicurezza nucleare, alimentare ed energetica, il rilascio dei prigionieri e dei deportati, il ripristino dell’integrità territoriale, la prevenzione di una possibile futura escalation e la registrazione formale della fine della guerra.
Road Map considerata “non realistica e non adeguata” dal ministro degli Esteri russo Lavrov.
Il portavoce di Putin Peskov in risposta aveva annunciato che la Russia avrebbe continuato a raggiungere i suoi obiettivi attraverso l’operazione speciale, visto che l’Ucraina non può e non vuole negoziare. Sono stati lanciati, quindi, almeno novanta missili nella sola giornata di ieri lasciando al gelo e al buio circa 8 milioni di persone.
Speriamo che nessuno voglia speculare sull’incidente avvenuto in Polonia per inasprire ed allargare il conflitto. Oggi occorre restare con i piedi ben saldi per terra, cercando di portare le parti ad una tregua credibile prodromica ad una pace accettabile e durarura. Le sorprese, tuttavia, sono dietro l’angolo e la situazione internazionale rimane ancora molto fluida, attanagliata dalla crisi energetica e climatica nonchè dagli strascichi della pandemia da Covid-19 e dalle pressioni inflattive sull’economia.