L’agenzia di stampa ufficiale Sana, ha denunciato un aggressione annunciando che missili hanno colpito alcune postazioni militari del regime siriano situate presso le provincie di Hama e Aleppo.
La notizia è stata confermata anche dall’Osservatorio per i diritti umani in Siria secondo il quale i bombardamenti sono “probabilmente siriani” e hanno colpito la Brigata 47 e hanno provocato la morte di di 26 combattenti pro-regime.
Il 9 aprile scorso Israele è stato accusato dal regime di Damasco e dal suo alleato iraniano di aver lanciato attacchi mortali contro una base militare nel centro della Siria. Qualche giorno più tardi, il 14 aprile, anche Washington, Parigi e Londra hanno lanciato attacchi contro diverse posizioni del regime, in rappresaglia per un presunto attacco con armi chimiche sulla città di Douma, bastione ribelle nella Ghouta orientale.
Rispondendo ad una chiamata di un emittente radiofonica militare israeliana, il ministro dei Trasporti Yisrael Katz ha affermato di “non essere al corrente di questi avvenimenti” e ha sostenuto che “tutte le violenze e l’instabilità in Siria sono il risultato dei tentativi dell’Iran d’impiantarsi militarmente in questo paese. Israele non permetterà l’apertura di un fronte nord in Siria”.