Giacimento iraniano South Pars finirà ai cinesi. Ultimatum a Total  

Total ha ricevuto un “ultimtum” dalle autorità iraniane. Due i mesi di tempo per ottenere l’esenzione dalle sanzioni dagli Stati Uniti, prima di essere sostituita dalla cinese Cnpc nel contratto per lo sviluppo della fase 11 del giacimento di gas naturale South Pars.

In ballo vi è l’estrazione di gas naturale dal più grande punto del mondo, sito al largo delle coste dell’Iran che affacciano sul Golfo Persico. Lo ha detto Bijan Zanganeh, ministro del Petrolio dell’Iran. “Total ha 60 giorni per negoziare con il governo degli Stati Uniti“, ha spiegato il ministro in un’audizione alla commissione parlamentare per l’Energia. Lo scorso 20 maggio, Zangeneh aveva precisato che il contratto per lo sviluppo di South Pars non prevede penali in caso di recesso da parte di Total. Tuttavia, aveva aggiunto Zangeneh, i fondi finora investiti dalla compagnia francese nel progetto “non verranno rimborsati” prima della conclusione dei lavori. In base a un accordo dal valore di 4,8 miliardi di dollari concluso a luglio del 2017, lo sviluppo di South Pars è affidato a un consorzio formato da Total per il 50,1 per cento, da Cnpc per il 30 per cento e da Petropars per il 19,9 per cento. Precedentemente, Total aveva reso noto che, a meno di ottenere deroghe dagli Stati Uniti per continuare a operare a South Pars, abbandonerà il progetto.

Le nuove sanzioni degli Usa contro l’Iran, adottate a seguito del recesso degli Stati Uniti dall’accordo sul programma nucleare iraniano (Jcpoa) annunciato l’8 maggio scorso dal presidente Donald Trump, colpiscono infatti anche la presenza delle compagnie energetiche internazionali nella Repubblica islamica. Il contratto per lo sviluppo di South Pars è stato il primo firmato dall’Iran dopo l’entrata in vigore del Jcpoa e la rimozione delle sanzioni internazionali contro la Repubblica islamica.

 

Giacimento iraniano South Pars finirà ai cinesi. Ultimatum a Total  

| MONDO |