Incontro storico Trump-Kim, la denuclearizzazione diventa realtà 

La firma di un documento congiunto tra il presidente americano Donald Trump e il leader nordcoreano KimJong-un è il sigillo di un nuovo processo di pace per la “completa denuclearizzazione” della penisola coreana. Al centro dei colloqui, il tema della denuclearizzazione di Pyongyang, che Trump ha annunciato inizierà “molto, molto velocemente”. I colloqui si sono svolti sull’isola di Sentosa, punto di arrivo di mesi di insulti, strappi, minacce e riavvicinamenti tra i due leader.  Il summit è iniziato puntuale, poco dopo le 9 di Singapore, con la stretta di mano durata 12 secondi sullo sfondo blu-rosso delle bandiere americane e nordcoreane. A seguire l’incontro a due con la presenza dei soli traduttori, cui si sono poi uniti vari alti funzionari. Poi la colazione di lavoro e la firma del documento davanti ai media. “Inizieremo il processo di denuclearizzazione molto, molto velocemente”, ha detto Trump ai giornalisti. Il documento prevede quattro punti chiave: “nuove relazioni” tra i due Paesi “per costruire un duraturo e stabile regime di pace nella penisola coreana”. Kim si impegna a ribadire la dichiarazione di Panmunjon del 27 aprile 2018, per una “completa denuclearizzazione della penisola”, e a restituire le spoglie dei soldati americani che morirono in guerra nel territorio nordcoreano. Inoltre, Trump s’impegna a fornire garanzie di sicurezza a Pyonyang.

Il punto sulla denuclearizzazione è quello più controverso: viene ribadito l’impegno assunto da Kim quando incontrò il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, con una formula non proprio precisa, che desta scetticismo tra gli osservatori. Il termine denuclearizzazione ha significati diversi per Pyongyang e per Washington: per il primo la rinuncia all’atomica deve riguardare tutta la penisola coreana, mentre gli Usa vogliono il “completo, verificabile e irreversibile” smantellamento del programma nucleare di Pyongyang.

Tuttavia, Trump nella conferenza stampa seguita al vertice ha assicurato che Kim si è impegnato e agirà subito, e che il processo sarà “verificato” con osservatori americani e internazionali. Pyongyang distruggerà anche un sito per test missilistici, ha detto l’americano, precisando poi che le sanzioni resteranno sino a quando la denuclearizzione non sarà completa e dicendo che i negoziati per attuarla inizieranno subito. Trump ha poi annunciato la fine dei “war games” nella penisola, cioè delle esercitazioni militari congiunte Usa-Corea del Sud, che Pyonyang considera ‘prove di guerra’. Trump ha anche descritto la decisione come un modo per ridurre eccessive spese militari. “Ci sono circa 2mila militari americani in Corea del Sud, che desidero  tornino a casa ma non accade ora, accadrà in futuro”. I giornalisti gli hanno posto poi domande sulla situazione dei diritti umani in Corea del Nord e Trump ha risposto soltanto che la questione è “dura” come “in vari altri luoghi”, e che l’argomento è stato discusso. “Ringrazio Kim per aver permesso questo incontro” “onesto, diretto e produttivo”, ha aggiunto Trump, annunciando di aver invitato alla Casa Bianca il leader nordcoreano, che ha accettato l’invito.

 

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