Spinta dagli acquisti regionali, nei primi 4 mesi dell’anno sale del 17% la spesa dei farmaci acquistati direttamente dalle Regioni
Cresce del 2,3% la spesa per i farmaci venduti in farmacia
Gli aumentati acquisti da parte delle Regioni e la nuova remunerazione delle farmacie sono gli elementi di maggiore rilievo del monitoraggio della spesa farmaceutica nei primi quattro mesi dell’anno, con la spesa per acquisti diretti effettuati dalle strutture sanitarie regionali che cresce del 17%, spinta soprattutto da farmaci ospedalieri oncologici.
“L’andamento dei dati di spesa – commenta il Presidente dell’AIFA, Robert Nisticò – conferma quanto si verifica anche negli altri Paesi avanzati, ossia la sempre maggiore incidenza dei farmaci altamente innovativi, senza alcuna alternativa terapeutica, che in Italia da soli valgono il 38,6% della spesa pubblica per i medicinali, che in Europa si prevede in crescita di 59 miliardi di dollari da qui al 2027. Certo, qualcosa in più si può fare sul piano dell’appropriatezza, definendo a livello locale percorsi di cura e controlli più efficaci per contenere il fenomeno dell’iperprescrizione. Lavoro che non compete all’AIFA, la quale attraverso la contrattazione dei prezzi tra i più bassi d’Europa e le 342 ricontrattazioni avvenute in poco più di sei mesi, fa di tutto per contenere la crescita della spesa. Crescita che resta tuttavia ineluttabile e richiederebbe un approccio non più a silos del suo controllo, in considerazione dei risparmi dei costi sociali e sanitari che l’innovazione farmaceutica sta apportando e sempre più apporterà in futuro”.
Si iniziano a registrare gli effetti sulla spesa farmaceutica convenzionata del nuovo schema di remunerazione delle farmacie introdotto a partire da marzo 2024, che interviene disancorando l’agio per il farmacista dal prezzo del medicinale e incamerando la remunerazione aggiuntiva introdotta dopo la pandemia. “Per questo motivo – spiega il Direttore Tecnico-Scientifico dell’AIFA, Pierluigi Russo – abbiamo registrato una riduzione dello 0,4% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno della spesa convenzionata per farmaci rimborsabili, basata sul prezzo di vendita al pubblico in farmacia, in controtendenza rispetto ad un incremento della corrispondente spesa netta del +2,3% comprensiva della nuova remunerazione e tenendo conto dell’abrogazione delle scontistiche di legge negli ultimi due mesi del periodo. I dati comunicati dalle Regioni sono ancora provvisori e oggetto di rettifiche – precisa Russo – al riguardo si registra un anomalo aumento della spesa per i ticket sulla ricetta del +9,3% rispetto all’anno precedente. Nel complesso il monitoraggio del tetto della spesa convenzionata registra nei primi 4 mesi dell’anno un avanzo di 208 milioni di euro rispetto al tetto programmato del 6,8% del Fondo Sanitario Nazionale e una spesa da tetto che cresce di 63 milioni di euro rispetto a quella registrata nel medesimo periodo nel 2023”. L’AIFA a fine maggio, in attuazione della legge finanziaria, ha riclassificato dalla fascia A ad uso ospedaliero ad A con dispensazione in farmacia i medicinali antidiabetici della categoria delle gliptine, “ma probabilmente solo con i dati di monitoraggio gennaio-luglio 2024 si inizierà a registrare l’impatto effettivo sulla spesa, in funzione delle tempistiche con le quali le diverse Regioni hanno deciso di spostare le gliptine in erogazione convenzionata”, spiega Russo.
L’aumento della spesa per acquisti diretti da parte delle Regioni nel periodo gennaio-aprile è, in valori assoluti, pari a circa 799 milioni di euro (+17% appunto) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. “Tale aumento – spiega il Direttore Tecnico-Scientifico dell’AIFA, Pierluigi Russo – è guidato essenzialmente dalla crescita di 828 milioni di euro degli acquisti da parte delle Regioni di medicinali a carico del SSN, equivalenti a un +18,9%, e in particolare dai farmaci di fascia H ospedalieri, prevalentemente oncologici, in aumento del 20,8%. L’aumento è controbilanciato dalla parziale riduzione del 6,8% della spesa per i farmaci innovativi fuoriusciti dall’apposito Fondo ed entrati nel computo della spesa soggetta al tetto degli acquisti diretti. Nei primi quattro mesi del 2024 la spesa sostenuta dalle Regioni per l’acquisto di medicinali di fascia C è stata invece inferiore di quasi il 13%”.
“Complessivamente il monitoraggio del tetto degli acquisti diretti, coincidente con l’8,3% del Fondo Sanitario Nazionale, registra uno sfondamento di 1,47 miliardi di euro rispetto alla spesa programmata. Nei primi quattro mesi dell’anno la spesa per acquisti diretti delle Regioni registra una percentuale sul FSN dell’11,8%, in riduzione rispetto a quella precedentemente comunicata nell’ambito del monitoraggio gennaio-febbraio 2024. Incidono su questo risultato diversi elementi, tra i quali l’uscita di medicinali importanti dal Fondo farmaci innovativi, come si evince dalla riduzione del 6,8% della spesa per tali medicinali, nei primi quattro mesi del 2024 rispetto all’anno precedente”, spiega il Direttore Tecnico-Scientifico.
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