Mentre l’Ucraina celebrava ieri i suoi 31 anni dell’indipendenza la Russia, senza alcuna pietà, ha attaccato il Paese con ferocia colpendo una stazione ferroviaria.
Mosca per rovinare la festa ha sferrato un attacco missilistico su una stazione ferroviaria nella regione di Dnipropetrovsk.
Nel frattempo Washington ha fatto circolare la notizia che Mosca starebbe preparando referendum farsa in tutte le zone ucraine occupate.
“Ci batteremo fino alla fine, senza nessun compromesso”, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky alla sua Nazione. Corale il sostegno che Zelensky ha ricevuto dai leader occidentali mentre Boris Johnson è volato a Kiev per testimoniare di persona la vicinanza e il sostegno del popolo britannico.
Zelensky ha poi assicurato che “l’Ucraina è l’intera Ucraina che comprende tutte e 25 le regioni, senza concessioni o compromessi. Non importa che esercito abbiate, ciò che conta è la nostra terra e lotteremo per questo fino alla fine”.
Un rinnovato sostegno è pertanto stato garantito da Joe Biden a Emmanuel Macron e Olaf Scholz, per l’Italia da Sergio Mattarella e Mario Draghi (il capo dello Stato ha definito “legittima la resistenza” di Kiev “alla brutale aggressione russa”). Boris Johnson si è spinto oltre, facendo visita al collega indossando una mimetica. Il premier britannico dimissionario, unico leader a volare in Ucraina per tre volte dall’inizio della guerra, ha assicurato che anche chi gli succederà a Downing Street resterà al fianco di Kiev. “Credo che l’Ucraina possa vincere e che vincerà”, ha affermato, promettendo altri aiuti militari da 56 milioni di dollari, che includono droni di ultima generazione e sistemi per il lancio di missili.
Gli Stati Uniti, invece, hanno stanziato un nuovo pacchetto di quasi 3 miliardi di dollari. “La più grossa tranche di assistenza alla sicurezza finora fornita”, ha detto Biden.
Nessuno attacco si è, quindi, registrato nella capitale Kiev anche se le sirene d’allarme hanno risuonato più volte. Mosca di fronte a qualche bega interna dopo l’uccisione della figlia del filosofo Dugin sta cercando di cambiare la narrativa e con le parole del ministro della Difesa Serghiei Shoigu, sta facendo passare il messaggio secondo cui “l’offensiva è stata rallentata di proposito per evitare vittime” tra la popolazione, conducendo attacchi “di precisione” su “infrastrutture militari”.
In serata Zelensky, a riprova che i russi bombardano, invece, in maniera indiscriminata, ha riferito della strage alla stazione di Chaplyne, nell’oblast di Dnipropetrovsk dove almeno 15 persone sono rimaste uccise mentre 50 sarebbero quelle ferite (bilancio ancora provvisorio ndr).
Nel mirino di Mosca il sud e il Donbass, da Kharkiv e Dnipro, fino a Zaporizhzhia. Le autorità locali ucraine hanno denunciato che sono state colpite le infrastrutture della città che ospita la centrale nucleare e un dipendente dell’impianto sarebbe stato ucciso da un colpo di mortaio mentre era a bordo di un taxi. La situazione tesa intorno alla più grande centrale d’Europa è stata tra i temi al centro di una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Zelensky nel suo discorso da remoto ha affermato che i raid del nemico su Zaporizhzhia “mettono l’Europa sotto la minaccia delle radiazioni e Mosca deve porre fine” al ricatto nucleare. L’ambasciatore russo al Palazzo di Vetro, Vassily Nebenzia, ha ribaltato l’accusa, sostenendo che alcuni attacchi sono stati condotti con armi americane. Le speranze a questo punto sono più che mai legate ad un’ispezione a breve dell’Aiea, dopo il via libera di Putin.
Liz Truss: “se fossi primo ministro pronta a lanciare un attacco nucleare”
L’attuale ministro degli esteri inglese Liz Truss, intervenendo a Birmingham a un comizio di partito ha detto che sarebbe pronta a ordinare un attacco nucleare. Il moderatore dell’evento, John Pienaar davanti ai delegati ha chiesto a Truss: “Una delle prime cose che accadrà quando e se diventerete premier, sarà occuparvi delle ultime risorse militari disponibili scrivendo le lettere per i comandanti dei nostri sottomarini. Sono i vostri ordini ai comandanti che possono dare il via al lancio delle bombe atomiche. Sarebbe l’annientamento globale. Voi come vi sentireste a dare quest’ordine?».
La Truss ha ripetuto senza indugio: “Penso sia un importante compito del primo ministro e sono pronta a farlo. Sono pronta a farlo”.
Quando un nuovo primo ministro s’insedia a Downing Street, scrive una lettera in busta chiusa, poi consegnata ai comandanti dei 4 sottomarini. E la cosiddetta “last resort letter“, un messaggio destinato a essere aperto e letto dal comandante dell’unità nel caso in cui il sottomarino, in mezzo al mare, non riesca più a mettersi in contatto con la patria in caso di guerra, o perchè le comunicazioni sono diventate impossibili o perchè il governo britannico e le gerarchie militari sono state annientate da un attacco nemico. Tale lettera rimane sempre segreta e può contenere, a discrezione di ogni premier, istruzioni d’ogni tipo. Quando il premier lascia l’incarico, tali lettere vengono distrutte senza essere aperte e rimpiazzate dalle lettere del successore.
Il primo ministro britannico gestisce un arsenale atomico affidato a sottomarini in mare aperto. Sono 225 le testate nucleari, di cui è previsto nei prossimi anni l’aumento a 260. Da un ventennio, gli inglesi utilizzano solo 4 sottomarini lanciamissili classe Vanguard come unici vettori delle loro atomiche, dato che l’aviazione, la famosa Royal Air Force, ha dismesso nel 1998 i suoi ultimi ordigni nucleari lanciabili da aeroplani. I sottomarini Vanguard sono colossi da 16.000 tonnellate, lunghi 150 metri. Ognuno di essi porta 16 missili Trident D-5 con gittata di 12.000 km. E ogni missile porta fino a 8 testate.