“Quando i bambini oppongono resistenza al tentativo dei miliziani di reclutarli, vengono uccisi. Anche decapitati. Il Nord del Mozambico è l’area più ricca del Paese e il malcontento cresce perché la popolazione non trae beneficio dall’enorme ricchezza dalla provincia. L’11 5% dei bambini muore per malaria, malnutrizione e omicidi indiscriminati”.
La denuncia al mondo da parte del direttore di Save the Children in Mozambico, Change Briggs. A riferire all’ong delle macabre uccisioni sono state direttamente le madri dei bambini barbaramente ammazzati tramite decapitazione da parte dei jihadisti. Una pratica che viene svolta alla luce del sole nei campi degli sfollati al Nord del Paese, a Cabo Delgado. Ad oggi sono circa 670mila sfollati interni in un’area di 2,3 milioni di abitanti, metà di questa enorme massa umana è costituita da minori. Almeno 2.614 persone sono morte, di cui 1.312 civili.
La Repubblica riporta le testimonianze. Elsa, 28 anni, mamma di 5 bambini, ha assistito alla decapitazione del maggiore, Filipe, 12 anni: “Quella notte il nostro villaggio è stato attaccato e le case sono state bruciate. Quando tutto è iniziato, ero a casa con i miei quattro figli. Abbiamo cercato di scappare nella boscaglia, ma hanno preso mio figlio maggiore e lo hanno decapitato”. A novembre scorso decine di giovani corpi sono stati ritrovati decapitati e fatti a pezzi, dopo essere stati giustiziati in un campo di calcio. La milizia è solita compiere attacchi molto violenti contro palazzi del governo, le banche ed altre istituzioni del territorio uccidendo in maniera indiscriminata i civili con particolare accanimento nella decapitazione di bambini che resistono all’arruolamento.
Da qualche anno in quella zona a nord del paese la milizia sanguinaria, molto vicino all’Isis, ha preso il nome Ansar ak Sunna, anche se spesso non disdegna il nome che fa riferimento al gruppo terroristico somalo di al Shabaab. L’area dove la milizia cerca di affermarsi si trova al largo della costa settentrionale dove insistono enormi quantità di gas, oltre 5mila miliardi di metri cubi, una delle riserve più grandi al mondo. Ingenti sono i fondi stranieri previsti per sfruttare il prezioso idrocarburo, circa 60 mila miliardi di dollari. Sono già sul campo con i loro contractors la francese Total, l’americana Exxon, la cinese Cnooc e l’italiana Eni.