Musk al Pentagono per un briefing sui piani di guerra segreti contro la Cina

Il Pentagono ha organizzato un briefing riservato per Elon Musk sui piani militari degli Stati Uniti in caso di un conflitto con la Cina. La notizia, riportata dal New York Times e confermata da diverse fonti ufficiali, solleva interrogativi sul crescente coinvolgimento del magnate nelle strategie di sicurezza nazionale.

Secondo quanto riferito da due funzionari statunitensi anonimi, il briefing top secret prevede la presentazione di 20-30 diapositive che illustrano l’approccio militare degli Stati Uniti in caso di guerra con Pechino. Il piano comprende l’individuazione di segnali premonitori di una minaccia cinese e le varie opzioni operative da sottoporre al presidente Donald Trump, incluse le possibili contromisure e gli obiettivi strategici da colpire.

Alla riunione è prevista la partecipazione del segretario alla Difesa, Pete Hegseth, il capo di Stato maggiore congiunto ad interim, Christopher Grady, e il comandante del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti, ammiraglio Samuel Paparo. Anche il portavoce del Dipartimento della Difesa ha confermato la presenza di Musk al Pentagono, senza fornire ulteriori dettagli sulla natura del briefing.

La partecipazione di Musk a un incontro di tale rilevanza suscita comunque dubbi su potenziali conflitti di interesse. Oltre a essere un importante contractor del Pentagono attraverso SpaceX e Starlink, il miliardario ha estesi interessi commerciali in Cina, che potrebbero influenzare la sua posizione sulle politiche di difesa statunitensi.

Secondo il New York Times, una delle ragioni per cui Musk potrebbe essere stato coinvolto è legata alla sua proposta di tagli al budget del Pentagono. Se lui e il suo team del Doge intendono ridurre le spese militari in modo mirato, potrebbero aver bisogno di comprendere quali sistemi d’arma il Dipartimento della Difesa prevede di impiegare in caso di conflitto con la Cina.

Non è chiaro quale sia stata la motivazione specifica per concedere a Musk l’accesso a informazioni così sensibili, dato che non fa parte della catena di comando militare né ricopre un ruolo ufficiale come consigliere di Trump sulle questioni di sicurezza. Tuttavia, il suo coinvolgimento evidenzia il ruolo sempre più centrale che i magnati della tecnologia stanno assumendo nelle decisioni strategiche del governo americano.

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