L’ambasciatore Usa Lewis Eisenberg su “Il Corriere della Sera”, parla di Nato, Italia e l’importanza di avere paesi con democrazie mature insieme in un’alleanza strategica, difensiva.
“La forza della Nato risiede nella sua unità e nel suo essere fedele ai principi e agli obiettivi per i quali è stata creata. Il nostro impegno alla difesa collettiva di tutti gli stati membri rimane incrollabile, così come l’adesione ai valori condivisi di democrazia, libertà individuale, diritti umani e stato di diritto. Quando il trattato Nato fu firmato il 4 aprile 1949 da 12 Paesi, il Presidente Truman disse che l’Alleanza «non solo puntava ad affermare la libertà dall’aggressione e l’uso della forza nella comunità del Nord-Atlantico, ma s’impegnava attivamente a promuovere e mantenere la pace nel mondo». Tale rimane l’aspirazione collettiva dei Paesi Nato. L’Organizzazione ha avuto un ruolo di portata storica nel mantenere la pace, e oggi come allora garantisce la sicurezza, mentre affronta sfide nuove. Per decenni, gli alleati Nato hanno posto un argine all’espansione della dittatura comunista in Europa, garantendo che gli orrori della Seconda Guerra Mondiale non si ripetessero più. Dopo la Guerra Fredda, l’Alleanza si è adattata a circostanze nuove, creando partnership con Paesi un tempo avversari ed intervenendo nel conflitto nei Balcani. Più di recente, la Nato si trova ad affrontare la minaccia del terrorismo. Quando gli Stati Uniti sono stati attaccati l’11 settembre 2001, la Nato ha invocato l’Articolo 5 — la clausola di difesa collettiva — per la prima ed unica volta nella sua storia. Velivoli Nato hanno pattugliato i cieli degli Stati Uniti e insieme abbiamo combattuto fianco a fianco per contrastare il terrorismo in Afghanistan. Siamo particolarmente grati all’Italia per la leadership in Kosovo e per il lavoro comune in Afghanistan affinchè non torni ad essere un rifugio del terrorismo internazionale. Oggi insieme contrastiamo il terrorismo e collaboriamo per difenderci dalle minacce ibride e informatiche che colpiscono la nostra società. La Guerra Fredda è finita, ma la Nato resta centrale oggi come lo era nel 1949. Nuove sfide si aggiungono alle vecchie, dando vita ad un contesto geopolitico sempre più competitivo ed incerto.
La Russia, invece di cooperare nell’affrontare le nuove sfide, mostra un’aggressività che minaccia la stabilità e la pace costruite in 70 anni. La Nato auspica il miglioramento delle relazioni con Mosca, e preferiremmo avere il Cremlino tra gli amici che tra i nemici, ma le azioni messe in atto dal governo rendono la Russia la principale minaccia alla sovranità e all’indipendenza degli stati europei ed ai valori che accomunano l’Occidente. La Russia con Vladimir Putin ha preso di mira le nostre istituzioni democratiche e finanziarie e le infrastrutture civili attraverso nuove forme di «guerra ibrida». Ha usato attacchi cibernetici per attaccare organizzazioni internazionali come l’Associazione Mondiale Anti-Doping e l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche. Sicari al soldo del Cremlino hanno usato un agente nervino di origine militare in un attacco sul suolo britannico che ha portato alla morte di un cittadino del Regno Unito. La Russia ha invaso e continua ad occupare territori appartenenti a Paesi sovrani come la Georgia e l’Ucraina. Minaccia le nostre città e i nostri cittadini, schierando batterie di missili nucleari in violazione del Trattato Inf.
Una Cina sempre più determinata sta cercando di ampliare in modo aggressivo la sua influenza economica e politica in Europa, per sovvertire l’unità europea e transatlantica e riscrivere le regole e gli standard internazionali. Inoltre, non possiamo ignorare le sfide poste dall’Iran e dalla Corea del Nord, Paesi entrambi guidati da leader imprevedibili e con ambizioni nucleari. E poi il terrorismo, in particolare quello che proviene dal Mediterraneo e dall’Africa, continua a rappresentare una diretta minaccia per i nostri popoli e più in generale per la stabilità internazionale e per l’economia. Di fronte a tali sfide, gli Stati Uniti rimangono fermi nel loro impegno verso gli Alleati. Come ha dichiarato in maniera inequivocabile il Presidente Trump parlando a Varsavia nel 2017, «gli americani sanno che un’Alleanza forte di nazioni libere, sovrane e indipendenti costituisce la miglior difesa della nostra libertà e dei nostri interessi». L’impegno per la difesa collettiva dei nostri valori comuni e la sovranità dei Paesi membri sono le ragioni per le quali gli alleati hanno stabilito nel 2014 di aumentare gli investimenti per la difesa.
Ci siamo impegnati a spendere almeno il 2% del Pil, e ad investire entro il 2024 almeno il 20% di tali stanziamenti nelle principali attrezzature militari. Incrementando gli investimenti nel settore difesa, aiutiamo la Nato a garantire che i nostri eserciti, le nostre forze aeree e navali siano addestrate, equipaggiate e pronte a partire in caso di crisi o conflitto, per rispondere ad ogni tipo di minaccia. Rafforzeremo le capacità della Nato di far fronte alle minacce ibride. Garantiremo inoltre che la Nato possa mobilitare le sue risorse per sostenere i nostri partner nella lotta al terrorismo, portare stabilità nelle aree di crisi e ridurre la possibilità di attacchi terroristici.
Desideriamo collaborare con l’Italia nell’ambito del Dialogo Strategico annunciato dal presidente Trump e dal presidente del Consiglio Conte per proseguire il lavoro, ed investire in sforzi congiunti e multilaterali per migliorare la sicurezza e la cooperazione nella difesa nel Mediterraneo, anche attraverso 1’Hub Nato di Napoli.