Nel decreto Legge Aiuti bis, appena approvato al Senato, un emendamento, proposto dal senatore di FdI Adolfo Urso, fornisce maggiore autonomia operativa ai nostri 007 che operano all’estero sotto copertura, in attività di ricerca informativa.
Chi si occupa di sicurezza della Repubblica all’estero è l’Aise – agenzia informazioni e sicurezza esterna – che fino all’uscita di questa nuova norma poteva utilizzare i suoi agenti solo e soltanto se accreditati presso le varie ambasciate e consolati italiani sparsi in mezzo mondo. Ora, finalmente, potranno infiltrarsi, come gli altri colleghi dei servizi segreti, nei paesi stranieri sotto le mentite spoglie di uomini e donne comuni che lavorano normalmente ed in maniera regolare con tanto di visti e permessi di lavoro.
I nostri 007, dopo aver avuto la “luce verde” dal responsabile nazionale per la sicurezza della Repubblica, il presidente del Consiglio dei Ministri o dall’Autorità alla Sicurezza delegata (oggi è il prefetto Franco Gabrielli), potranno infiltrarsi nelle società dei paesi di interesse alla ricerca di informazioni sensibili anche fingendosi comuni camerieri, chef stellati o semplici insegnanti.
Per la preparazione, come scrive Bechis su Il Messaggero ci vorrà tempo e potrebbe occuparsene la Scuola di formazione del Dis – dipartimento delle informaznio per la sicurezza -, il dipartimento che coordina le due agenzie AISI e AISE e diretto da Elisabetta Belloni.
Il comparto ora attende i decreti attuativi ed i regolamenti che disciplineranno il perimetro in cui gli 007 si potranno muovere quando chiamati ad operare in modalità “undercover”. Si attendono anche i dettagli di un’altra norma nel Dl-Aiuti bis che impone all’intelligence un salto di qualità per l’adozione di misure di intelligence di contrasto in ambito cibernetico. Potranno essere sferrati attacchi cibernetici in paesi stranieri quale misura difensiva per pevenire minacce dirette al nostro Paese.