Il ministro degli Esteri del Ghana, Shirley Ayokor Botchway, ha riferito ieri in Parlamento i risultati dell’indagine condotta sui traffici degli esseri umani da una commissione composta da cinque membri. L’indagine ha rivelato il ruolo attivo di molti ghanesi coinvolti nell’orribile traffico di essere umani. Lo scandalo è scoppiato dopo un servizio lanciato dalla CNN che mostrava essere umani venduti all’asta in Libia.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro diversi gruppi di ghanesi, chiamati “ghetto leaders”, hanno realizzato campi lungo le piste nel deserto in cui passano i flussi migratori verso la Libia. “Il ruolo dei connazionali – ha spiegato la Boatchey – consisteva nel tenere in campi da loro allestiti nel deserto coloro che non erano in grado di pagare i trafficanti. Secondo il loro modus operandi – ha continuato – chi non riusciva a saldare il suo debito veniva messo in contatto con la famiglia per ottenere i fondi necessari per il trasferimento alla tappa successiva, altrimenti veniva sottoposto a torture e massacri e i video di questi maltrattamenti poi spediti alle famiglie”. “Nel caso il migrante non riuscisse a mandare i soldi necessari veniva spedito a Beni Walid, nel distretto di Misurata in Libia e venduto come schiavo in collaborazione con trafficanti libici”.
Il ministro degli esteri del Ghana ha poi affermato che, secondo i dati in suo possesso, sono ancora 72 i ghanesi trattenuti in Libia in sei diversi centri di detenzione e sarebbero 70 quelli che hanno espresso il desiderio di essere rimpatriati. Per occuparsi dei ghanesi ancora intrappolati in Libia il Ministro ha affermato di aver ottenuto il permesso dal Governo di aprire un consolato ghanese a Tripoli e uno a Niamey, in Niger, “una delle rotte principali usate dai migranti”, ha concluso la donna.