Prevista per oggi la partenza di Benyamin Netanyahu per New York dove interverrà, giovedì prossimo, all’Assemblea generale dell’Onu. A margine dell’assemblea il premier Netanyahu incontrerà Donald Trump, e probabilmente anche il leader egiziano Sisi.
Molti gli argomenti di possibile trattazione nell’incontro con Trump, uno fra tutti il dossier relativo al piano di pace americano e la difficile situazione in Siria resa ancora più complessa dopo la crisi provocata dall’abbattimento nel cielo di Latakia del velivolo russo da parte dell’esercito di Assad che Mosca imputa invece alla “negligenza” di Israele. Incidente che, nonostante le spiegazioni israeliane, ha portato la Russia a fornire il sistema antimissili S-300 al regime siriano e che oggi è stato al centro di una riunione del governo a Gerusalemme.
Secondo fonti ufficiali, durante il suo intervento all’Assemblea, il leader israeliano fornirà nuove informazioni sull’attività svolte dalla Siria nella regione. Prima della sua partenza dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, Netanyahy ha dichiarato: “Continueremo ad impedire l’insediamento militare dell’Iran in Siria e continueremo a cooperare con la Russia nelle questioni di sicurezza’”.
Alla dichiarazione del premier israeliano si aggiungono quelle rese note dal Consiglio di difesa del governo israeliano che dopo aver esaminato gli sviluppi della crisi con la Russia con una nota ha fatto sapere che sono state date “istruzione alle nostre forze armate di continuare ad operare contro il rafforzamento dell’Iran in Siria, nel contesto della cooperazione di sicurezza con la Russia”.