di Antonio Adriano Giancane
La giunta militare che ha preso il potere in Niger con un colpo di Stato il 26 luglio scorso ha dichiarato ieri che l’ex presidente Mohamed Bazoum potrebbe essere accusato di alto tradimento.
A comunicarlo alla tv di stato è stato il portavoce della giunta, colonnello Amadou Abdramane: “abbiamo raccolto tutti gli elementi necessari per perseguire il presidente spodestato… per alto tradimento e per aver minato la sicurezza interna ed esterna del Niger”.
Oggi il blocco regionale dell’Africa occidentale, l’ECOWAS, si riunirà nuovamente per cercare di allontanare lo spettro delle armi e perseguire la via diplomatica.
Infatti ieri il parlamento dell’ECOWAS ha dichiarato di voler inviare una delegazione per incontrare la giunta a Niamey. Anche il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana, composta da 55 nazioni, dovrebbe riunirsi oggi per discutere della situazione in Niger, segno del livello di preoccupazione per le possibili conseguenze del settimo colpo di stato in tre anni nell’Africa occidentale e centrale.
In gioco non c’è solo il destino del Niger – importante produttore di uranio e alleato dell’Occidente nella lotta contro l’insurrezione islamista – ma anche l’influenza di potenze globali rivali (Cina, Russia, Usa e Ue) con interessi strategici nella regione.
La novità delle ultime ore è che la giunta militare si è detta aperta alla diplomazia e alla pace. A dirlo pubblicamente è stato direttamente il generale Abdourahamane Tchiani durante l’incontro con un drappello di capi religiosi, arrivati dalla Nigeria e guidati dallo sceicco Bala Lau, alla guida di Izala, un movimento islamico d’ispirazione salafita. L’iniziativa è stata voluta da Bola Tinubu, il presidente della Nigeria. Chiaro è però che i militari nigerini non intendono tirarsi indietro, non volgiono lasciare il potere al vecchio governo considerato corrotto e al soldo della Francia e per questo motivo vogliono portare avanti l’accusa di alto tradimento all’ex presidente Bazoum.
Sempre ieri la giunta ha inviato una delegazione in Guinea guidata dal generale Moussa Salaou Barmou per chiedere un sostegno rinforzato per affrontare le sfide future. Le sfide future si riferiscono ad un eventuale intervento militare dell’ECOWAS. La Guinea, dalle prime impressioni, dovrebbe appoggiare la richiesta di aiuto come del resto già fatto per altri stati che hanno subito un golpe militare come Mali e Burkina Faso.
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