Per due terzi di coloro che utilizzavano i voucher c’e’ il rischio di ritorno al sommerso. E’ quanto emerge da uno studio della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro secondo la quale i principali utilizzatori dei voucher aboliti di recente dal Governo sono stati pensionati, disoccupati e lavoratori dipendenti che arrotondavano rispetto all’occupazione principale. La Fondazione studi ritiene che anche il lavoro intermittente, pur modificato abolendo i limiti di eta’, non possa risolvere il problema perche’ avrebbe tutte le caratteristiche del lavoro dipendente con costi e burocrazia molto piu’ alti rispetto ai buoni lavoro. L’indagine sui dati Inps – affermano “impone una riflessione politica urgente per evitare che tutti questi soggetti finiscano per alimentare quel lavoro sommerso reso visibile proprio grazie all’utilizzo dei voucher. Pensionati, lavoratori dipendenti e disoccupati, per motivi vari, oggi non possono che essere occupati “occasionalmente” solo tramite uno strumento normativo con le caratteristiche simili al buono lavoro. Allo stato attuale, neanche il lavoro intermittente “modificato” sarebbe utile, poiche’ destinato all’utilizzo da parte di aziende, cioe’ da parte soggetti che non hanno utilizzato i voucher in maniera prevalente come inizialmente sostenuto dai principali detrattori”.
di Redazione