Nobel della Pace a impegno Ican contro le armi nucleari
Il Nobel per la pace del 2017 e’ andato ad una organizzazione poco nota ma essenziale per accelerare avviare il percorso per la messa al bando delle armi nucleari. Il premio è stato assegnato alla Campagna internazionale per abolire le armi atomiche (Ican) per “il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di un qualunque utilizzo di armi nucleari e per i suoi sforzi innovativi per arrivare a un trattato di proibizione di queste armi. Il direttore dell’Ican, da parte sua, ha rivolto subito un appello agli Usa e alla Corea del Nord – che continuano a provocarsi a vicenda – perchè si smettano sulla retorica e le continue reciproche minacce.
L’Ican, organizzazione non-profit fondata nel 2007, raccoglie 406 organizzazioni partner in 101 Paesi. Ha svolto un ruolo decisivo per arrivare alla risoluzione Onu del luglio 2017, che apre i negoziati per un bando totale. Il premio all’Ican è stato accolto con esultanza in Giappone, l’unica nazione al mondo vittima di un attacco atomico. Tra i gruppi degli ‘hibakusha’ – i sopravvissuti alla bomba di Hiroshima – il 92 enne Sunao Tsuboi ha espresso la sua gratitudine al comitato. Diversi sopravvissuti in passato sono stati testimoni diretti di eventi pubblici organizzati dall’Ican, rivolti a sensibilizzare l’opinione pubblica. Il premio è un messaggio agli Stati che hanno armi nucleari”, ha detto a caldo il direttore dell’organizzazione, Beatrice Fihn: “Continuare a basare la propria sicurezza sulle armi atomiche è un atteggiamento inaccettabile”, ha proseguito sensibilmente commossa. “Stiamo cercando di mandare forti segnali a chi ha queste armi, Corea del Nord, Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, India e Pakistan: è inaccettabile la minaccia di uccidere civili”, ha aggiunto. “Attraverso il suo innovativo sostegno ai negoziati dell’Onu, l’Ican ha giocato un ruolo di primo piano nel costruire quello che nella nostra era è equivalente ad un congresso internazionale sulla pace, ha sottolineato dal canto suo Berit Reiss-Andersen, presidente del comitato per il Nobel, illustrando le motivazioni della decisione. “Alcuni Stati stanno modernizzando i propri arsenali nucleari, è c’è l’evidente pericolo che altre Nazioni tentino di procurarsi armi nucleari, come esemplificato dal caso della Corea del Nord. Queste armi minacciano costantemente l’umanità e tutta la vita sulla Terra. La comunità internazionale ha adottato bandi contro le mine, le munizioni a frammentazione, le armi chimiche e biologiche. Le armi nucleari sono molto più devastanti e ancora non sono oggetto di una proibizione simile, recita ancora il testo del comitato. Secondo alcuni esperti, “il comitato ha voluto mandare un messaggio alla Corea del Nord e agli Stati Uniti, invitandoli al negoziato.