Tensione alle stelle nella penisola coreana. Pochi giorni dopo aver lanciato un missile che ha sorvolato il Giappone, la Corea del Nord conduce il suo sesto test nucleare dal 2006, il più potente sinora, e annuncia di aver testato con “perfetto successo” una bomba all’idrogeno. Una decisa escalation nella tensione tra Pyongyang da una parte, gli Usa e i loro alleati dall’altra. Condanne e richieste di sanzioni sono piovute da tutto il mondo, e dagli Usa il presidente Donald Trump ha parlato di “nazione canaglia”, di azioni “ostili e pericolose per gli Usa”, rispondendo “vedremo” a chi gli ha domandato se intenda attaccare. E ha annunciato un incontro con i suoi consiglieri e i vertici delle forze armate.
Un sisma 6.3 è stato rilevato nella parte settentrionale della Corea del Nord e poco dopo Pyongyang ha annunciato di aver testato una bomba all’idrogeno. Il regime porta avanti il suo programma missilistico e nucleare in aperta sfida all’Onu, dopo che lo inaugurò nel 2006 Kim Jong-il, padre dell’attuale leader Kim Jong-un. Già nel 2016 il regime disse di aver testato una bomba-H, ma gli esperti smentirono. Ora Pyongyang ha affermato che quella bomba è stata progettata per essere piazzata su un nuovo missile balistico intercontinentale (Icbm).
Non ci sono conferme esterne che si sia trattato davvero di una bomba all’idrogeno, mentre il Giappone ha detto di non poterlo escludere. Le autorità di Tokyo e Pechino hanno affermato che si è trattato di una potenza 10 volte superiore, rispetto alla scossa dell’ultimo test nucleare un anno fa. L’intelligence Usa, citata da Reuters, ha parlato di un “dispositivo nucleare avanzato”, mentre continuerà le valutazioni. Per vari esperti, se non è stata una bomba H, è stato un ordigno che le si avvicina come potenza. La sua forza è stata cinque volte maggiore di quella della bomba americana su Nagasaki nel 1945, quando 70000 persone morirono all’istante.
Trump, in precedenza, ha più volte usato toni infuocati verso il regime, parlando di “fuoco e furia” in risposta alle minacce e dicendo che “il dialogo non funziona”contraddetto dal segretario alla Difesa James Mattis, che ha promesso soluzioni diplomatiche inesauribili. Oggi ha scritto su Twitter che “parlare è inutile” (criticando anche Seul per un atteggiamento sbagliato), che Pyongyang è “molto ostile e pericolosa per gli Usa”, e che sta “valutando, in aggiunta ad altre opzioni, di interrompere tutte le relazioni commerciali con chi faccia affari” con il regime. Quando gli è stato domandato se gli Usa attaccheranno, ha risposto: “Vedremo”. Ha anche parlato con il premier giapponese Shinzo Abe, concordando di “aumentare la pressione” su Kim. Trump nel frattempo proporrà di bloccare gli scambi commerciali anche con i Paesi che hanno minime relazioni con il regime coreano.
Pechino è considerata da lungo tempo ‘vicina’ a Pyongyang, ma di recente i rapporti sono tesi. Dopo il test, ha chiesto formalmente al regime di mettere fine alle sue “azioni sbagliate” e il rispetto delle risoluzioni Onu. Il presidente Xi Jinping ha anche parlato al telefono con l’omologo russo, Vladimir Putin, e i due hanno “concordato di gestire in modo adeguato” la situazione.
Lunghissimo l’elenco delle condanne. Tra esse quella dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha parlato di “grave preoccupazione” e ha detto di seguire da vicino gli sviluppi. La Nato ha chiesto la “fine immediata” del programma atomico e missilistico, in modo “completo, verificabile e irreversibile”. E l’Ue vuole che il Consiglio di sicurezza Onu prenda una posizione “ferma ed efficace”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno chiesto che non solo l’Onu, ma anche l’Ue agisca, e che le sanzioni “siano rafforzate.