Nelle prime ore della mattinata odierna, la Polizia di Stato di Novara ha dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone, tutte residenti a Novara, indiziate di essere responsabili della violenta rapina in abitazione, perpetrata a Novara nella serata del 4 novembre 2021, ai danni di un’anziana donna.
Si tratta di due maggiorenni, di 20 e 21 anni, per i quali è stata disposta la misura cautelare in carcere, e per 2 minori, per i quali il G.I.P. del Tribunale per i Minorenni di Torino ha disposto una misura cautelare in carcere e un obbligo di permanenza domiciliare.
Le operazioni sono state condotte dagli agenti della 3^ Sezione della Squadra Mobile di Novara che, dopo serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Novara e dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Torino e durate circa quattro mesi, caratterizzate anche dall’ausilio di presidi tecnologici, hanno acquisito determinanti elementi probatori a carico dei quattro indiziati.
Nei fatti, nella serata del 4 novembre 2021, due degli odierni arrestati, con il volto interamente travisato ed indossanti dei guanti, con uno stratagemma sono riusciti a farsi aprire la porta di casa dalla vittima (donna sola di 74 anni), e, una volta entrati, l’hanno picchiata selvaggiamente, legata e imbavagliata nonostante gli strenui tentativi di opposizione.
Dinanzi alle resistenze opposte dalla donna nel rivelare il luogo ove custodisse i propri gioielli i due soggetti continuavano a colpirla con calci e pugni. L’aggressione è durata circa venti minuti fino a quando la vittima, ormai stremata e spaventata, ha ceduto alle richieste degli aggressori svelando dove erano nascosti tutti i preziosi, il cui valore si aggirava attorno ai 200mila euro.
Prima di darsi alla fuga i giovani, per evitare che la vittima desse l’allarme, si premuravano di asportare il telefono cellulare della donna e di avvolgerle interamente il viso con del nastro adesivo, mettendo a serio rischio la vita della stessa.
Fortunatamente l’anziana vittima, con non poca fatica, riusciva a liberarsi ed a raggiungere l’abitazione di un vicino di casa dando l’allarme per un pronto intervento della Polizia di Stato e del personale sanitario.
Le indagini, svolte ad ampio raggio, si sono basate sulle dichiarazioni della donna, sull’analisi delle numerose immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza pubblici e privati posti nel raggio di due chilometri dall’abitazione della vittima e sulla valutazione delle posizioni di tutti coloro che avevano frequentato quest’ultima e che ne conoscevano le abitudini.
L’intuito degli investigatori ha avuto un primo riscontro quando è stato individuato un artigiano che aveva effettuato dei lavori all’interno dell’abitazione della parte offesa e che, in alcune occasioni, si era avvalso dell’aiuto del proprio figlio, già pregiudicato per rapina.
Un secondo riscontro arrivava dagli accurati rilievi effettuati dalla Polizia scientifica di Novara all’interno dell’appartamento, che evidenziavano la presenza di un’impronta appartenente ad un minore con numerosi precedenti di polizia a carico, strettamente legato al figlio dell’artigiano di cui sopra e che non aveva certamente mai frequentato l’abitazione della vittima.
Partendo da questi dati, sono stati individuati tutti i presunti componenti del gruppo ed il ruolo che gli stessi hanno avuto sia nella fase di pianificazione che nella consumazione del reato.
In particolare i due indagati minorenni sono stati individuati come gli autori materiali della rapina, il figlio dell’artigiano, ben conoscendo il tenore di vita e le abitudini della vittima, nonché le modalità di accesso all’abitazione, ha svolto il ruolo di “basista”, mentre il quarto giovane ha avuto il ruolo di “palo”, rimanendo all’esterno dell’abitazione per aggiornare o allertare i propri sodali su eventuali pericoli.
Le Autorità Giudiziarie procedenti, condividendo le ipotesi investigative, hanno emesso i provvedimenti precedentemente elencati.
Infine, nel corso delle indagini, è stato deferito in stato di libertà un 19enne novarese, individuato come uno dei ricettatori dei preziosi sottratti durante la rapina.