Gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran di aver testato un nuovo missile balistico a medio raggio, in grado di trasportare più testate. Secondo il segretario di stato americano Mike Pompeo è stato violato l’accordo internazionale del 2015 sul programma nucleare iraniano, da cui, tuttavia, Washington si è ritirata.
“I test missilistici vengono effettuati per la difesa e la deterrenza del paese, e continueremo a farlo“, così il generale di brigata Abolfazl Shekarchi, portavoce delle forze armate iraniane, all’agenzia Tasnim. L’Iran, quindi, ha fatto capire che continuerà i test missilistici per garantire la sua difesa. La difesa del proprio territorio non è un’attività che viola le risoluzioni Onu secondo Teheran.
“Continueremo a sviluppare e testare i missili, al di fuori del quadro dei negoziati perché per la nostra sicurezza nazionale non chiederemo il permesso a nessun paese“, ha tuonato Shekarchi.
Anche in passato, scrive Reuters, John Bolton, Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha scritto su Twitter: “L’Iran ha appena sparato un missile balistico in grado di raggiungere Israele e Europa. Questo comportamento provocatorio non può essere tollerato”.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qasemi, al riguardo ha affermato che i missili iraniani sono puramente difensivi e ha aggiunto: “Non esiste alcuna risoluzione del Consiglio di sicurezza che vieti il programma missilistico e i test missilistici dell’Iran“.
La risoluzione U.S.N. 2231 ha sancito l’accordo nucleare Iran del 2015 con Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania, Russia e Stati Uniti in cui Teheran ha bloccato il contestato programma di arricchimento dell’uranio in cambio della fine delle sanzioni internazionali.
La risoluzione prevede che l’Iran è “chiamato” ad astenersi fino a otto anni sulle attività sui missili balistici progettati per trasportare armi nucleari.
L’Iran ha ripetutamente affermato che il suo programma missilistico è puramente difensivo e nega che i suoi missili siano capaci di essere dotati di testate nucleari, o che abbia intenzione di sviluppare armi nucleari attraverso l’arricchimento dell’uranio.
Qasemi, rivolgendosi a Pompeo, ha detto: “È … ironico che tu citi una risoluzione che non solo hai violato con il tuo ritiro unilaterale e illegale dall’accordo, ma che incoraggi anche altri Paesi a violare, o addirittura a minacciare di punire e sanzionarli se lo portano avanti “.
A maggio scorso, il presidente Donald Trump ha ritirato gli Usa dall’accordo sul nucleare, approvato prima del suo insediamento e reimposto le sanzioni a Teheran. Trump ha detto che l’accordo è carente perchè non include alcun freno allo sviluppo di missili balistici da parte dell’Iran o il suo supporto militare alla Siria, Yemen, Libano e Iraq.
Separatamente, il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha accusato gli Stati Uniti di armare gruppi militanti che combattono contro il governo siriano appoggiato da Teheran e il movimento Houthi alleato con l’Iran nello Yemen.
“Gli Stati Uniti stanno rifornendo di armi gli estremisti, incluso Al Qaeda e ISIS (Stato islamico)”, ha detto Zarif su Twitter, riferendosi a un rapporto del quotidiano britannico secondo cui molte armi fornite dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti erano finite nelle mani di milizie che combattono nella guerra dello Yemen, contro le forze Houthi sostenute dall’Iran.
Il segretario agli Esteri britannico Jeremy Hunt ha dichiarato su Twitter di essere profondamente preoccupato per ” il test iraniano di un missile balistico di media portata, provocatorio, minaccioso e incoerente con l’UNSCR 2231″.
“Il nostro sostegno all’accordo nucleare iraniano non diminuisce in alcun modo ma aumenta la nostra preoccupazione per il programma missilistico destabilizzante dell’Iran”, ha aggiunto Hunt.