Il Pil mondiale del terzo trimestre è ridimensionato e si attesta ad un preoccupante 0,5%, rispetto alla Cina che vola tra il 5,5/6% e gli Usa oltre il 3%. La Repubblica scrive che l’incidenza sul Pil mondiale dell’economia americana e cinese è di circa il 40%; ciò, indica che il resto del mondo cresce circa dell’1%.
Tutto è partito della caduta libera dei cinque grandi delle tecnologie che hanno perso in un solo mese oltre 500 miliardi di dollari di capitalizzazione di borsa. Una brutta notizia che sicuramente inciderà molto sulla scelta della Commissione europea sulla manovra italiana anche se il verdetto è già scritto nelle conclusioni del rapporto sul debito che verrà divulgato nel primo pomeriggio di oggi. Un documento di dieci pagine che smonta, punto per punto, i fattori significativi che il governo italiano aveva elencato.
Alle notizie sul calo del Pil mondiale la Bce teme effetti negativi soprattutto sulle banche dell’Unione.
La Commissione con il rapporto che ha divulgato oggi vuole mandare segnali direttamente agli italiani evitando tecnicismi difficili da comprendere.
Viene spiegato che la manovra, così com’è stata presentata, è pericolosa per gli italiani, sono state utilizzate frasi ad effetto tipo, “iI debito è la principale fonte di vulnerabilità per l’economia italiana e rappresenta un costo per le generazioni future”.
In sostanza si vuole far passare il messaggio che la manovra del Popolo va contro il popolo stesso. Si è passati quindi alla psycowar.
Alla luce della bocciatura della manovra italiana già lo spread si è attestato su quota 300 punti base e i mercati attendono gli esiti delle aperture al dialogo tra il governo italiano e la Commissione.
Nel frattempo Giuseppe Conte ha deciso di andare a Bruxelles per cenare con Jean-Claude Juncker sabato prossimo, anche perchè lunedì 26 novembre è prevista la riunione del comitato tecnico dei 28 Paesi che dovrà esprimere la propria opinione sul verdetto della Commissione. Successivamente la Commissione Ue potrà proporre ufficialmente l’apertura di una procedura, scrivendo una raccomandazione con il cosiddetto percorso correttivo che imporrà all’Italia una serie di manovre drastiche.
La procedura di infrazione sul debito potrebbe costare all’Italia un costo che va dai 40 ai 60 miliardi da versare in 5 anni. Quasi il costo che deve pagare la Gran Bretagna per uscire dalla zona euro.