(di Massimiliano D’Elia) You trend per AGI ha fatto un sondaggio molto interessante sul gradimento dei vari partiti italiani dopo le recenti defezioni di leader e dopo l’instabilità dovuta alla scelta della coalizione in cui competere per le prossime elezioni politiche. Tutti in maniera bipartisan hanno dato l’onore delle armi all’ex leader di Alternativa Popolare, Angelino Alfano che nella trasmissione di Bruno Vespa ha annunciato la rinuncia alla sua candidatura alle prossime elezioni politiche. Anche Renzi ieri sera, ospite della trasmissione di Del debbio, ha detto: “ con Angelino ho lavorato bene, anche se ci siamo spesso arrabbiati e di brutto, resta una persona seria che a chi lo accusava di poltronismo, lui ha risposto nel migliori dei modi. Renzi, ha aggiunto, che la coalizione guidata dal PD, prevederà alleati del centro e di quella parte di sinistra uscita dal PD, ma anche di altre formazioni che si riconoscono nel programma. Ecco quindi i risultati del sondaggio:
M5s resta primo partito ma scende sotto il 27%, segue il Pd in leggera ripresa sulla settimana scorsa al 24,9% e poi Forza Italia al 15,4% che stacca la Lega al terzo posto. Sono questi i dati dell’ultimo sondaggio che arriva dopo giorni piuttosto “movimentati” dal punto di vista politico. E intanto lo strappo con Alternativa popolare rischia di portare via ai dem piu’ seggi di quanti ne costera’ la fine dell’alleanza con Pisapia e il suo Campo progressista. Nell’arco di una sola settimana ci sono state delle notizie non da poco, che hanno coinvolto quasi tutte le forze politiche: la convention fondativa del nuovo soggetto di sinistra, “Liberi e Uguali”, che ha incoronato come proprio leader de facto il presidente del Senato, Pietro Grasso; il congresso di Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni riconfermata alla guida del partito, di cui e’ stato presentato anche un nuovo simbolo; la notizia di una nuova indagine a carico del padre del sottosegretario Maria Elena Boschi, che nel frattempo ha fatto causa (civile) all’ex direttore del Corriere Ferruccio De Bortoli; il “ritiro”, nello stesso giorno, da parte di Giuliano Pisapia (che ha annunciato la fine del progetto di Campo Progressista dopo la calendarizzazione al Senato della legge sul biotestamento ma non di quella sullo ius soli) e di Angelino Alfano: nessuno dei due sara’ presente nel parlamento della prossima legislatura. Scopriremo ben presto se, e in che misura, questi avvenimenti avranno un impatto sulle intenzioni di voto, e’ solo questione di tempo. Per ora, continuiamo a registrare quella che e’ ormai una tendenza piuttosto netta: nelle ultime settimane il quadro politico si e’ messo nettamente in moto, e le intenzioni di voto iniziano a spostarsi verso l’alto o verso il basso come non facevano da molti mesi. Niente piu’ immobilismo, quindi: siamo entrati in campagna elettorale (e chissa’ quanto ancora cambieranno le cose da qui alle elezioni). Secondo le proiezioni sui seggi realizzate nell’ambito del Dossier Rosatellum sviluppato con la societa’ Reti, senza Alternativa Popolare di Alfano il Pd rischierebbe di perdere 9 collegi alla Camera (fra cui Macerata e Reggio Calabria), in favore di centrodestra e 5 Stelle. Solo 5 (fra questi uno dei collegi di Milano e Terni) sarebbero invece i collegi ‘persi’ sottraendo al totale della coalizione di centrosinistra il valore che abbiamo stimato per Campo Progressista di Pisapia (0,8%). Altri 11 seggi, attualmente stimati nel Dossier con un vantaggio Pd superiore ai 5 punti, senza il partito di Alfano finirebbero nella colonna dei contendibili, pur mantenendo un lieve margine a favore del centrosinistra (fra questi, i collegi di Potenza e Lucca). La cifra e’ pari invece a 8 conteggiando l’uscita di Pisapia e di Campo Progressista (in questo caso gli equilibri cambierebbero, fra gli altri, in due collegi urbani di Roma e uno di Torino). Il consenso di Alternativa Popolare infatti, seppur modesto sul piano nazionale (come abbiamo visto, anche questa settimana), e’ infatti superiore a quello finora registrato dal movimento di Pisapia, ed e’ localizzato nel Centro-Sud, dove si trova una parte rilevante dei collegi contendibili. Da un punto di vista “quantitativo” prima ancora che politico, quindi, il “forfait” dell’attuale ministro degli Esteri potrebbe avere conseguenze negative per il Pd piu’ pesanti di quelle derivanti dal fallimento – per la verita’ annunciato – dell’esperimento di Pisapia.