La minaccia globale del terrorismo continua ad evolversi e a diversificarsi”: lo ha riferito l’ambasciatore Sebastiano Cardi, rappresentante permanente al Palazzo di Vetro, nel corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, di cui l’Italia è presidente di turno. “L’Isis sta continuando ad adattarsi alle pressioni militari cambiando la sua organizzazione da stato a network, e modificando la narrativa dal ‘costruire il Califfato’ a ‘combattere gli infedeli'”. Nel 2014 il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha adottato la risoluzione 2178 per affrontare la minaccia dei foreign fighters, “uno strumento completo per migliorare le misure operative e giuridiche degli Stati membri in modo da arginare il fenomeno”. E nel 2015 l’Italia ha modificato il suo codice penale per criminalizzare la condotta di ogni individuo che organizza, finanzia o promuove viaggi transnazionali volti a commettere atti terroristici. Quindi, Cardi ha sottolineato che mentre il flusso di foreign fighters che viaggiano verso le zone di conflitto è quasi cessato, continua la minaccia dei rimpatriati, stimati in almeno 5.600 cittadini o residenti di 33 paesi tornati a casa. Questo fenomeno è relativamente recente e la comunità internazionale è ancora alla ricerca di un modo efficace per affrontare la sfida”, ha detto, ribadendo come sia “essenziale che gli Stati membri intensifichino la loro cooperazione tra le agenzie del settore pubblico, sia a livello nazionale che internazionale”. Infine Cardi ha ricordato che l’Italia ha già fornito una formazione avanzata agli agenti stranieri che si occupano di antiterrorismo ed è fortemente impegnata nella cooperazione internazionale giudiziaria e della polizia.