Operazioni chirurgiche del Mossad a Beirut e Teheran: uccisi due pezzi da 90 di Hezbollah e Hamas

di Emanuela Ricci

La cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano Mohsen Pezeshkian è stata fatale al capo politico di Hamas, Ismael Haniyeh. Avuto il via dall’emiro qatarino a lasciare Doha, il suo esilio dorato in uno degli alberghi più lussuosi, Haniyeh è volato a Teheran per partecipare all’importante evento. Nella capitale iraniana ha incontrato la Guida Suprema della Rivoluzione, l’ayatollah Ali Khamenei. Le poche immagini diffuse in rete lo riprendono mentre dialoga con il leader della jihad islamica palestinese, Ziad al Nakhalah e poi quando abbraccia il presidente iraniano. In un passaggio è stato immortalato anche al Parco della Resistenza.

Haniyeh e la sua fidata guardia del corpo Wasim Abu Shaban avevano la loro stanza in una residenza a nord di Teheran. Nonostante le più accurate misure di sicurezza, operate dalla divisione Qods dei Pasdaran, alle due di notte un missile ha centrato la loro stanza non lasciandogli scampo.

Nello stesso complesso dormiva anche il capo jihadista, Ziad al Nakhalah, rimasto incolume. Una operazione chirurgica che dimostra la formidabile capacità di colpire il bersaglio senza causare danni collaterali. L’attività humint, cioè quella fatta dagli uomini sul campo è risultata, come sempre, risolutiva. Un drone da una quota di sicurezza, lontano dallo spettro elettromagnetico dei radar, sarebbe riuscito a sparare un micidiale missile teleguidato che è stato direzionato direttamente contro il target individuato o come si dice in gergo “illuminato” dagli agenti sul terreno. Sicuramente i movimenti delle delegazioni intervenute a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente della Repubblica islamica hanno facilitato gli agenti segreti del Mossad o altri individui iraniani, asiatici del caucaso etc., comunque contrari al regime teocratico, nell’opera di individuazione del beraglio a favore di un drone armato, di un F-35 o di un agente, armato di lancia missili, in uno dei building vicino alla residenza da colpire. Qualunque sia stata la soluzione tattica utilizzata comunque è stato un successo dell’intelligence operativa.

Mentre Hamas e i funzionari iraniani preparano la vendetta, la Guida suprema Ali Khamenei che avrebbe già  dato l’ordine di colpire direttamente Israele, guiderà la preghiera sul feretro prima dei funerali di domani in Qatar. In piazza Palestina a Teheran un enorme cartello esprime tutto il risentimento degli sciiti: “Aspettatevi una punizione severa”. 

Nel frattempo l’Iran ha annunciato la chiusura del proprio spazio aereo. Analisti militari riferiscono che Teheran avrebbe, inoltre, informato Qatar e Arabia Saudita della sua intenzione di effettuare un attacco contro Israele, chiedendo a Doha e Riad di non consentire l’utilizzo del loro spazio aereo allo Stato ebraico o agli Stati Uniti.

Tel Aviv ha messo in stato di massima allerta i suoi velivoli caccia e i sistemi di difesa missilistica mentre lo Shin Bet – servizio segreto interno – ha consigliato a politici di rango e ufficiali generali di evitare di mostrarsi in pubblico per il rischio di attentati.

Le reazioni

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken: “Non siamo coinvolti in ciò che è accaduto nella capitale iraniana; non ne eravamo neanche al corrente”.  “Le notizie delle ultime 24, 48 ore non aiutano di certo ad abbassare la temperatura”, ha detto il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby nel briefing con i giornalisti. Netanyahu, in riferimento alle interferenze americane: “Nessuna voce ci fermerà e siamo pronti a tutto”.

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