(di Massimiliano D’Elia) Il Presidente Mattarella ha gettato l’ultima carta, ha chiesto al presidente della Camera Roberto Fico, di saggiare la maggioranza in Parlamento a sostegno del premier dimissionario Giuseppe Conte, cercando di far rientrare nella partita anche gli onorevoli di Iv. Un indirizzo che prevede, pertanto, il colloquio con quelli di Italia Viva che al momento si sono arroccati sulle loro posizioni: parliamo solo di programmi e non d’altro. Alla fine la strategia di Matteo Renzi ha funzionato generando la tempesta perfetta perchè ora una frangia importante del Movimento, quella che fa riferimento ad Alessandro Di Battista (circa 14 onorevoli), di Iv non ne vuole proprio sentir parlare. Se da un lato si guadagnano quelli di Iv dall’altro si perdono parte di quelli del Movimento delle Stelle. Un tira e molla che piace e solletica le ambizioni del senatore di Rignano che così facendo è ritornato sulla scena politica, come voleva e forse anche come meritava. Nei giorni scorsi la sua generalessa Teresa Bellanova aveva detto: “Non possiamo accettare una maggioranza nella maggioranza”. Il punto è questo, Italia Viva forte dei suoi 18 senatori vuole intervenire nel dibattito e nelle decisioni della maggioranza e non solo votare i provvedimenti con occhi bendati, solo per correttezza ed igiene istituzionale. Ora chiedono un cronoprogramma con la stessa maggioranza, di nomi se ne parlerà in seguito, un modo per dire prima vedere “cammello”, poi valuteremo un Conte ter, anche se in molti sostengono che a Renzi andrebbe bene un nome qualsiasi basta che non si parli più dell’avvocato del popolo.
Matteo Renzi: “Abbiamo qualche ora per decidere”. Renzi sta nella condizione migliore perchè i Cinque Stelle lo hanno riammesso in maggioranza mentre il centrodestra ha aperto la strada per un governo di emergenza o per un governo Ursula, in entrambi casi guidati da una personalità diversa da Conte. Scacco matto, quello che voleva Renzi, togliere Giuseppe Conte dall’orizzonte politico che lo avrebbe portato fino a termine della legislatura, marzo 2023.
Ora tocca a Matteo Renzi, perchè dal Quirinale fanno sapere che il Presidente non farà un altro giro di consultazioni. Mattarella aspetta il SI o il NO di Renzi a rientrare nella maggioranza. Certo è che se dicesse SI ad un Conte ter non si spiegherebbe una crisi nata da questioni di programma condivisibili ma sollevate nel momento sbagliato. Se l’obiettivo di Renzi è quello di far fuori Conte, ora deve uscire allo scoperto: Ora o mai più. Con un Conte ter le questioni politiche e le ferite ancora aperte riporterebbero la lancetta della crisi al punto di partenza dopo solo pochi giorni di convivenza nelle due Aule e Commissioni del Parlamento.
In alternativa Mattarella ha già tutto pronto per il “governo del presidente”, nominato dal Capo dello Stato e destinato a portare ordinatamene alle elezioni a giugno di quest’anno, oppure con un appoggio corale di tutti i partiti un governo del presidente guidato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi o dalla stimatissima Marta Cartabia, con “dead line” marzo 2023.