Orban e la sua “solitaria” missione di pace in Russia

Aniello Fasano

L’inizio del semestre di presidenza di turno dell’Unione Europea è stato a dir poco esplosivo per il primo ministro ungherese Viktor Orbán che si è recato in visita per conto dell’UE, a suo dire, prima in Ucraina e a seguire a Mosca dal presidente Putin.

Il leader europeo più filo-russo dell’UE, in occasione della prima visita in Ucraina dall’invasione russa, giunto a Kiev ha invitato il presidente ucraino Zelensky a proporre una scadenza per un cessate il fuoco che apra la strada per colloqui di pace completi con la Russia.

Come riporta il Financial Times, in un video condiviso sui social Orban avrebbe affermato che “la guerra colpisce profondamente la sicurezza europea”, aggiungendo di aver proposto una scadenza per un cessate il fuoco. Zelenskyj ha dichiarato che l’incontro si è concentrato su “come raggiungere una pace giusta e duratura”, ed ha aggiunto che i colloqui sulle “questioni più fondamentali delle relazioni con l’Ungheria, tra cui il commercio, la cooperazione transfrontaliera, le infrastrutture e l’energia, costituiranno il punto di partenza di un nuovo documento bilaterale tra Ucraina e Ungheria”.

Successivamente Orban è volato a Mosca dove ha incontrato  Vladimir Putin continuando così la sua insolita e solitaria “missione di pace”. Chiaramente l’Ue ha bocciato senza appello l’iniziativa del premier ungherese non riconoscendo nessun valore all’incontro con Putin. La Russia ha dettato di nuovo le sue condizioni per la pace e non intende aprire nessuna negoziazione. “Le posizioni sono molto lontane”, la sintesi di Orban nella conferenza congiunta che arriva dopo l’incontro, durato circa 2 ore e mezza.

Da quanto riportato sul Financial Times il Presidente ungherese “non abbandonerà il messaggio di un immediato cessate il fuoco. Qualsiasi accordo di pace richiederà probabilmente un compromesso da entrambe le parti e Orban è pronto a raccogliere la ricompensa politica se prevarrà la sua visione”.

Per i prossimi sei mesi, l’Ungheria sarà presidente di turno dell’UE il cui compito comprende presiedere riunioni e promuovere politiche comuni a tutti i 27 governi membri della comunità. L’Unione Europea si trova nell’imbarazzante, posizione di essere rappresentata da un Paese che è criticato dalla maggioranza dei suoi partner per aver indebolito i valori fondamentali del blocco europeo.

Il premier ungherese si è sempre opposto agli aiuti finanziari all’Ucraina e all’invio degli armamenti, inoltre, lasciò l’aula durante la riunione dei leader dell’UE in occasione dell’apertura dei negoziati di adesione dell’Ucraina. Orbán, non aveva mai visitato Kiev dall’invasione russa nel 2022 e non ha partecipato neanche al vertice di pace in Svizzera il mese scorso dove ha inviato, come suo rappresentante, il ministro degli Esteri, Péter Szijjártó.

La presidenza ungherese non è certo l’unico problema sul piatto dell’UE e non è nemmeno il più scoraggiante. Le affermazioni dei gruppi di estrema destra alle elezioni europee e alle legislative in Francia, con l’affermazione del Rassemblement National come terzo partito in Francia, gettano nubi sul futuro politico dell’UE.

Nel caso dell’Ungheria, è auspicabile un approccio professionale alla presidenza da parte dei funzionari di Budapest che sono, invece, orgogliosi sostenitori del loro paese all’UE. Eventuali danni saranno limitati perché, dal Trattato di Lisbona del 2009, molti affari importanti sono gestiti dal capo del Consiglio europeo, l’organismo che riunisce i leader nazionali, e dal responsabile della politica estera dell’UE.

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