Oggi ad Accra in Ghana ci sarà un nuovo vertice dei capi di Stato Maggiore della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas).
La riunione è stata convocata dopo il summit di Abuja, nel quale i leader dei Paesi coinvolti hanno deciso la mobilitazione preventiva di una forza militare multinazionale dell’organizzazione (circa tremila uomini).
A quanto pare la guerra sta per avere inizio tranne qualche colpo di scena dell’ultimo istante. Usa, Russia e Cina hanno fermamente condannato l’utilizzo delle armi perchè a rischio ci sono gli interessi in tutto il Sahel che potrebbe inevitabilmente incendiarsi. Anche l’Ue è contraria all’uso della forza in Niger, l’unica nota stonata è quella della Francia che ha promesso sostegno di mezzi militari ed intelligence alla coalizione dell’Ecowas.
Ieri, nel frattampo, migliaia di sostenitori del regime militare che ha preso il potere in Niger si sono radunati vicino alla base militare francese, scandendo slogan ostili alla Francia e all’Ecowas e sventolando bandiere russe e nigerine.
Secondo quanto si è appreso, dopo l’incontro di Accra i capi di stato maggiore informeranno i leader dell’Ecowas sulle migliori opzioni sul tavolo, dopo la decisione di attivare una forza multinazionale. L’Ecowas, che ufficialmente spera ancora di trovare una soluzione pacifica alla crisi, non ha specificato alcun calendario di un possibile attacco o dato altri ultimatum.
Lo spazio per il negoziato sembra ormai nullo, anche perché la giunta militare non è disposta ad avere contatti diretti con l’Ecowas, secondo quanto ha detto alla Bbc Abdel Fatau Musah, commissario per gli Affari politici dell’organizzazione. Musah ha affermato che Ecowas non consentirà alla giunta di governare per un periodo transitorio, come fatto precedentemente con i golpisti in Burkina Faso – dove i militari al potere hanno oggi silenziato Radio Omega, rea secondo loro di aver ‘offeso’ i colleghi che hanno preso il potere a Niamey – e Mali. Questi due Paesi hanno persino detto che un attacco al Niger sarà da loro considerato “una dichiarazione di guerra” anche contro di loro mentre Bamako ha annunciato di aver revocato l’autorizzazione di volo a Air France.
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